lunedì 28 agosto 2017

giorno 3 ; Eyarbakki - Geyser


20 agosto 



Felicemente svegli si rimonta la tenda dopo 12 ore di sono quasi ininterrotto; solo un pò di vento teso nella notte, ma solissimo la mattina.
Il campeggio era comunale e gestito da volontari che sarebbero dovuti passare verso le 9. Noi abbiamo atteso fino alle 10, poi fatto un giro attorno e poi siamo partiti con qualche rimorso senza pagare. Pure gli islandesi che erano li in camper attendevano invano uno di questi volontari. Chissà che sabato di follie...





Strada lunga e senza grosse bellezze ai lati; poco vento, ma dopo rinforzerà e sarà naturalmente contrario.




Un che di America da film on the road


E cominciano i cartelli diversi : qui si dorme, si dorme con sacco a pelo sopra il letto , si cucina











Qui invece in senso orario  è un bel posto, si mangia, si fa in bagnetto termale, si campeggia, ci sta da dormire, si cavalca e ci sta pure un negozio. Gli altri 2 invece sono della regione/ zona











E dopo un pò di pecore, cominciano anche i cavallini islandesi











Però è tutto decisamente bello











E qui avremmo divuto sospettare che non avremmo poi trovato molti cestini dei rifiuti ; segnalano alla grandona i raccoglitori di rifiuti ingombranti, ma di cestini in giro a pregare di trovarne


E qui rafting , drinkini, caffè


E qui Kentucky purizzimo



Dopo un pò però la strada ci era venuta a noia ( tanto vento contrrio) , ma già da un 5 km di distanza finalmente un'altra immagine dell'abbecedario di gioventù : il geyser che sbuffava al'orizzonte

Il sito in se stesso è bello, il circondario tipo disneyland. Qui il cartello di attenzioni varie, meritano gli ultimi 2 punti...


Che ci sta il geyser bello ciccione , ma in realtà in zona fuma e ribolle tutto quanto



Qui si prepara il getto....



E qui il botto; o meglio, mi ha fregato che erano 2 getti di fila. E qui mi si è rotto il mito del geyser che preciso come cronometro ogni tot secondi schizza su. Più o meno si è vero, ma il getto una volta è enorme, una volta lo fa doppio, una volta fa sbluf. Non ci sono più i fenomeni naturali di una volta


Ecco un pò delle altre, vuoi fumanti, vuoi colorate, il pozzo del  geyser originale  ( geysir) che non fa più pluf dopo un  terremoto






Ci stava tantissima gente, uno spettacolo vederli tutti riuniti a circondare il geyser con telefonini, telefononi, macchine fotografiche. Mai visto tanto sfoggio tennologgico



Fatti la belezza di 83 km con 558 di dislivello; tanto vento contrario....

domenica 27 agosto 2017

giorno 1 & 2 : Venezia, Keflavik, Eyarbakki

18-19 agosto


 In Islanda il wifi mica ci sta sempre, anzicheno. Stanotte si dorme in ostello, che siam "stanchi" da 500 km in autobus per tappona di trasferimento; e per stanotte domani è prevista pioggia , tanta pioggia e quindi si è deciso di partire almeno asciutti e ben pasciuti. E finalmente ci sta un wifi degno di questo nome , abbiamo tempo e quindi scrivo.

Ritrovo a Fiumicello verso le 13, stivaggio bagagli& bici e via verso nuove avventure con un caldo feroce di 36 gradi afosi.
Naturalment e arrivati a Venezia in clamoroso anticipo , ma stranamente pur essendo un venerdì di agosto non ci stava poi tanta gente. Check in con simpatica addetta che ci chiede se per caso abbiam già pagato per le bici : piccoli momenti di panico, ma tutto risolto al volo.
Poi portiamo le bici nella zona grandi bagagli; sconsiglio di assistere all'operazione di accettazione del mezzo. Risucchiano il cartone della bici con una ventosa e poi SBLAM la fanno cadere in un carrello. Dall'alto.

Volo Lufthansa come i signori con snack incluso per la tratta fino a Francoforte . E quando passa il carrello non ti vedamo dentro anche vino bianco e rosso? Con la dieta che ci attende noi si approfitta subito per un bianco ; poi con gioia passano per un altro giro e optiamo per il rosso. Decisamente meglio il rosso.
A Francoforte tutti gli aerei in ritardo causa fortunale, comunque velocemente troviamo il gate e ci mettamo in coda. L'aereo è pieno in ogni ordine di posto, gran successo dell'Islanda com meta turistica e ce ne accorgeremo poi pedalando in notturna da Keflavik con un aereo ogni 10 minuti in arrivo . Comunque cena non male, altri 2 giri di rosso quindi noi felici; nel frattempo portano il cuscino che la copertina era già sul sedile. Calano le luci ed invano si cerca di dormire un pò; forse in business ci riescono ma i posti son piccolini per le anime lunghe come Piero e me . Federica qualcosa dormicchia, ma poco poco.



 Arriviamo a Keflavik alle 02 ora italiana  ( mezzanotet Islandese) , ritiriamo i bagagli ed usciamo dall'aeroporto. Primo shock : 8 gradi centigradi e vento teso. Gelato.

 Anche se lo sapevamo è stato bellissimo montare al chiuso le bici vista la zima e il divieto di farlo dentro l'aeroporto; fornito di un pò di attrezzi legati con malditi cavi sempre troppo corti, le luci ci stanno ma devi fare acrobazie per attaccare le prese elettriche che le alimentano, le pompe ci stanno ma sono rotte, però direi benissimo lo stesso.
Solo graffi come conseguenza della "delicatezza" del trasporto, al rigonfiaggio gomme una delle valvole di Federica si rompe e quindi il gommista di fiducia Piero si esibisce in cambio rapido e poi via a cercare di uscire dall'aeroporto completamente rincojoniti dal sonno e dal freddo.

Destinazione Selfoss o almeno da quelle parti. Dopo pochi metri prima sosta e ancora uno strato addosso. Fa veramente freddo e già mi pento ( in realtà mi do del deficente) per non aver portato i pantaloni da bici lunghi ma solo 1 corto, 1 medio e i gambali volanti.









Che poi oramai erano le 02 islandesi e si vedevano i primi cenni dell'alba , ma il sole se ne veniva su leeeento leeeento.






Dopo qualche km altra sosta per metter su praticamente tutto, anche la roba antipioggia .



In questa parte il paesaggio è deserto di lava, a tratti pedaliamo vicini al mare  e Federica ha una visione da freddo &sonno : una balena!  In realtaà uno scoglio su cui sbattevano le onde spinte dal ventaccio gelido, ma le risate ci han scaldato un pochino


 E finalmente sorge, scalda giusto con la luce e poi si mette dietro la nuvolaglia infigarda . Ma qualcosa cambia , che nel frattempo i gradi erano diventati 6... Eccoci adoranti rivolti a Ra


E all'orizzonte si vedon vapori, eccoci nella terra della geotermia a manetta!
Noi si pensava nella nostra ipotermia ad un centro termale ed invece proprio una centrale con vapori e fumi che vengono fuori tutto intorno.



Per freddo sonno e buio abbiam saltato la visita ad uno dei punti dove sono evidenti le 2 placche continentali in superfice,  però giusto quel pezzettino di lava ci ricorda dove siamo .


Finalmente luce, si apre un pochino e un mezzo strato lo tiriamo via. 

 Qualche breve salitina ci aiuta a scaldarci ed oltre al mare cominciano a comparire i primi rilievi


Si, decisamente si : l'Islanda è una figata. In quello che è un deserto di sassi e massi con giusto ciuffetti di erba e licheni, ci sta un sacco di bellezza inaspettata




Inaspettatamente oasi di verde verdissimo







Ci fermiamo a bere un caffè nell'unico posto aperto che troviamo lungo la strada. E' sabato e son le 8 di mattina, in giro nessuno nemmeno nei 2 paesetti che incontriamo. E le rare botteghe non aprono prima delle 9/ 10.

Poi la stanchezza ci fa vacillare sulla bici, non è più così freddo ma lo stesso i 36 gradi sono un ricordo. Andrebbe anche bene l'aria condizionata a manego dell'aeroporto...


 E tutto intorno sassi



Questi nella classica formazione a Boassa



Questi nella formazione Zollette di Zucchero



Questi Orto Zen



Questi Rubik


E poi di un tratto prati. Prati. Prati.
Ipnoticamente mossi dal vento
Tanto ipnoticamente



E appena ci appare questo magnifico e ridente paesello dotato di campeggio, ci fiondiamo dentro barcollanti come usciti dai deserti di Tex Willer.
Niente fiumi di birra gelata e montagne di patatine; però doccia calda, prima mesta minestra in busta ma anche pane e biscotti comperati per strada ed un pezzo di grana cone antipasto.

Entriamo in tenda verso le 20 locali convinti doi passare una notte insomme ed agitata : ci risvegliamo invece verso le 8 dopo essere svenuti dentro i sacchi pelosi.

E tutto questo in 121 km con 590 di dislivello.