venerdì 23 dicembre 2016

Micettò di patate







Che in realtà è il Gattò di Patate Napoletano rivisto da un altoatesino; però mo che pure Mary,  politicamente collocata all'estrema sinistra del partito comunista nord coreano, ha micettina e posta foto su foto della bestiolina, lo chiamo Micettò così posto anche io su FB un micetto e i consensi si sprecheranno.
Anni che non lo mangiavo, era uno dei pochi cavalli di battaglia di mamma. Il vantaggio di essere nato a Bolzano era all'epoca l'aver vicini e conoscenti di tutta Italia ; quindi cucina veneta innanzitutto, poi tirolese , ma anche e soprattutto regionale italiana in senso ampio. Dalla pugliese alla milanese, dal Manzanarre al Reno.
Non è la versione napoletana verace, è mediata dai miei gusti e dai ricordi di sabati/domeniche sera di gioventù; che poi anche di napoletane ne esistono molte versioni ( quella classica della Francesconi con albumi montati a neve, qualcuno jamais salame, qualcuno mescola insieme , altri fanno a strati diversi, altri ancora mescolano tutto tranne il fiordilatte che mettono nel mezzo).

Questa è come la faccio io


Per stampo da 23-24 cm ( se si vuole un poco alto, altrimenti anche da 26-28)


- 1.5 kg patate buone ( da pelare)
- 3 uova
- 100 gr burro + un pò per ungere lo stampo ( o anche strutto)
- 130 gr scamorza affumicata ( ci andrebbe meglio la provola, ma chi la trova qua... comunque è mezza scamorzina che si trova al supermercato), l'altra mezza andrà bene per la replica)
- 200 gr mozzarella ( fiordilatte insomma)
- 80 gr pecorino romano grattuggiato ( o parmigiano o formaggio vecchio)
- circa 100 gr di latte ( quel che serve per rendere l'impasto morbido, se le patate si lessano in acqua anche meno, se si usa il microonde così o  poco in più)
- 150 gr di salame napoletano oppure di salamino piccante ( io questo che mi piace assai) o di prosciutto cotto o di mortadella
- pepe macinato a gusto
- pane grattuggiato per foderare lo stampo e spolverare la testa del gattò




Pelare , lavare e cuocere le patate se le si fanno al microonde; altrimenti lessage con buccia, poi sbucciare etc etc .


Nel mentre che si lessano si tagliano e grattuggiano  formaggi e salumi ( o prosciutti o etc etc )


Il pezzettone di burro dentro pentola o terrinona dove poi si schiacceranno le patate e si monterà il composto


Mi arraccomando, le patate di schiacciano quando sono belle calde, così il burro si scioglie , si fa meno fatica e perchè di si.  Qualcuno dice di passarle 2 volte, io ho uno schiacciapatate a buchetti piccoli e lo faccio una volta sola.


Dopo qualche bella abattuta, dentro il pecorino/parmigiano e via di braccio

Poi se troppo sodo il latte e si arribatte fino a consistenza desiderata


Quindi uova  e si ribatte



E quindi il resto dei formaggi e salumi e si mescola e basta


Finalmente si imburra ( instrutta) uno stampo sfoderabile e inceve di infarinarlo lo si "inpanegrattuggiatorlo"



Si versa il composto, lo si livella , chi vuole ( e ci va) incide una spirale superficiale con i rebbi di una forchetta, qualche fiocchetto di burro e via in forno a 180 gradi  per na mezzorata o almeno fin quando la parte sopra prende colore



Eccolo, si può mangiare anche subito, ma se non si aspetta una altra mezzorata lasciandolo dentro il forno a rassodare, diventa una impresa tagliarlo e lo si potrà mangiare solo al cucchiaio.

Meglio lasciarlo in forno anche di più, è buono tiepido e rassodato, è sublime riscaldato brevemente il giorno dopo , in congelatore ci sta come un papa. Ecco


mercoledì 16 novembre 2016

Torta Fregoli ( o di fregole)






Fregoli che si trasforma come si vuole, che in effetti è tutta a pezzettini aka fregole.
Viene sempre bene, infinite varianti a piacere ed a svuota frigo/dispensa.
Anni fa me la aveva venduta con Torta Mara una collega, con amaretti, mandorle, ricotta.
Nel tempo la ho modificata, eliminato qualcosa , aggiunto qualcosa a sentimiento e disponibilità della dispensa. Anche per finire rimasugli di barattoli di marmellata e/o altre cose.
Insomma vien sempre bene, mi manca solo di provare per bene varianti salate.

Per la pasta :

- 300 gr farina 00 ( oppure 0 , ma non occorrono farine speciali; anzi forse meglio quelle povere)
- 100 gr di burro ammorbidito ( o morbido insomma )
- 150 gr zucchero
- 1 uovo intero
- 1 bustina lievito per dolci
- pizzico di sale
- pizzico di vanillina


Ripieno :
molteplici varianti possibili , dopo elenco quelle che ho provato, ma in questo post/foto
- 250 gr ricotta vaccina ( una confezione insomma)
- vasetto da 250 ml di composta dello scorso anno che se no dopo mi andava a remengo
- 100 gr di zucchero o anche meno

 
 E come si fa ?

Giuro che è facile facile , che non serve impastatrice o altro attrezzo esoterico a parte na tortiera, na forchetta ed un cucchiaio , un paio di ciotole.




Si arriva a casa , si accende spolert  , si prende burro dal frigo e si mette in ciotola ad ammorbidire


Nel frattempo che si ammorbidisce, ci si prepara un aperitivo e si fodera/imburra/olia  uno stampo sfoderabile con burro/olio ( io olio ) e zucchero e carta forno sul fondo .
Chi desidera può sfoggiare tisana ayurvedica o simili delizie. Io Tokai ( si lo so, dovrei dire Friulano) e Campari.


Dopo aver cazzeggiato amabilmente su whatsapp e facebook per una 20ina di minuti , il burro sarà morbido e quindi si accende il forno a 180 gradi , si mettono farina + zucchero + lievito + sale + aromi nella terrina con il burro oramai morbido e si impasta schiacciando velocemente il burro con una forchetta.


 A questo punto si aggiunge l'ovetto e si continua a sforchettare( amabilmente offcourse).




 Poi con fare maschio e sfottente a due mani ( io nel mentre una che dovevo fare foto) si smanazza la pasta in modo da far assorbire il burro, stringendo a pugno e sfregolando .



Insomma na roba così


In modo da avere alla fine una pasta a pezzettini senza troppa farina zuccherosa in polvere o pezzettoni grossi che si dovranno frantumare a manella.


Fatto questo si mette la ricotta con generosa dose di marmellata in altra ciotola e la si mescola con  lo zucchero


Ecco mo i 3 pezzi, anzi 4 con il drinkino sullo sfondo 

Hai acceso il forno a 180° ? ultima occasione .

Si sfregolano sul fondo della tortiera un 2/3 dell'impasto;  basta che sia ben coperto, non ci interessano le proporzioni precise, basta che il fondo sia ben coperto e che ne avanzi un pò da coprire sopra.
Ci si mette sopra il ripieno a cucchiaiate , si spalma sommariamente evitando i bordi , si ricopre con l'impasto avanzato.






Ecco mo il risultato finale
Si inforna in forno caldo per circa 45 minuti a 180 gradi ( il forno ); quando prende un pochino di colore marroncino, che a noi la reazione di Maillard ci piace assai,  e poi si lascia li a raffreddare .
Ci sta chi la ricopre di zucchero a velo che fa figo, io la lascio naturale che mi piace così.
Con la ricotta senza uovo o farine , il giorno dopo è morbida ,altrimenti ancora crocccante. A me piace pure morbida, anzi che no.





Varianti testate più e più volte  :

- solo marmellata senza ricotta o zucchero : molto molto bene
- ricotta + 100 gr mandorle spelate + 100 gr amaretti + 1 uovo  + 100 gr ziucchero : molto molto bene
- pasta con parte di farina di mandorle + aroma mandorle amare; ripieno con mandorle e amaretti e ricotta ; sssai ben
- esperimenti futuri ; frutta candita e ricotta 








lunedì 29 agosto 2016

Far Bretone: ma quanto buono è ?






Io A D O R O la crema pasticcera, in tutte le sue declinazioni. Fin da bambino. Evito accuratamente di farla se non istigato o in forte debito di coccole. Adoro il gelato alla crema, le diplomatiche , le carsoline, la millefoglie, la zuppa inglese etc etc . Non tutte, solo quelle che han personalità; e sono io a decidere in modo insindacabile e dopo attenta degustazione se ce l'hanno. A Parigi annoni fa e in solitaria ho scoperto il Flan parisienne; evito di farlo che mi faccio del male, finchè non è finito non lo mollo. In Bretagna con Donatella mit bicicletta, oltre a kouign amann etc etc , anche il far breton; che fa bene, ha anche frutta....
Su istigazione a delinquere contro la mia forma ( tonda) di Kosta con flan e Roveda con far, praticamente luna piena per licantropo, giugulare virginale per Nosferatu, tasse non pagate per Equitalia  Decido per riedizione del far. Francesca, amica , collega, mo ex-collega, magnifica persona, complice di mattarello e di ciccia, che mi aveva dato tempo fa una versione del far assai buona,  chissà dove ho messo fotocopia...Tragggedia!  Ci ho chiesto via multimediale ma lei in ferie e tra qualche giorno mi rimanderà, ma la gola nel frattempo è cresciuta, i canini son ricresciuti, i peli sulla schiena ririricresciuti ( macari in testa) ; ho un poco di raffreddore agostano, sarà 3 anni che non mi raffreddo nè in inverno nè altro, e quindi qualcosa per tirarmi su e per fare colazione mi ci vuole., Mi butto, leggo su internette, mescolo tutto quanto, rielaboro ed ecco qua:





- 800 ml latte intero
- 4 uova
-150 gr farina 00
-100 gr farina di riso
-1 generoso bicchierino di rhum ( va bene il fantasia,  il cubano/guatemalteco riserva invecchiato teniamolo per momenti migliori)
-1 presa di sale
- 200 mgr di zucchero di canna ( cassonade, che non è parolaccia, lo zucchero di canna vulgaris; ma va bene anche zucchero semolato arrivulgaris)
- una spalmata di burro per la teglia  ( ci vorrebbe salato, ma tant'è che serve solo per ungere lo stampo e quindi ho simulato con ottimo e GRASSO burro bavarese con la presa di sale di cui sopra)
 - prugne secche 200 gr circa ( le buste son anche da 250 gr, van bene anche tutte quante) senza nocciolo




Stampo chiuso o ben sigillato da 23 cm di diametro per 5 di altezza ( almeno 5, di più va bene uguale); io ho questo almeno, quindi ci si regola per il volume. Io ho fatto calcoli a spanne e queste dosi lo stampo le contenneva. Botta di chiulo che ci ho pure indovinato.









 Accendere il forno a 160 ( anche150-170 dipende dal forno) gradi; imburrare e salare leggermente lo stampo ( a parte chi ha burro salè) e mettere le prugne sul fondo; frustare con sommo godimento uova intere con zucchero, estratto di vaniglia/vanillina/interno di bacello ; aggiungere pian piano le farine mescolate frustando alla DeSade via per evitare grumi.




Sempre frustando aggiungere in 3-4 colpi il latte ; finito di frustare , versare dentro lo stampo e mettere in forno per circa 1.5 ore abbondanti  ( famo du ore va) o fin quando ben ben brunito sopra.  che si gonfierà come frico e poi si sgonfierà, nema problema, che va ben così.

Spegnere e lasciare in forno. Quando freddo/tiepido( almeno un 3-4 ore ) si può mangiare e se avanza, SE avanza, conservare in frigo.

La versione di Francesca la aggiungerò prossimamente ( ottima) , intanto questa qui che la gola non la tenevo ccchiù.
In rete si trovano mescolanze con panna, le prugne a mollo nel rhum per una notte. Boh proverò anche , ma è buono anche così. E ci ha la sua porca personalità.










mercoledì 24 agosto 2016

Pomodorelli confit : sempre per volersi bene in inverno





Su istigazione di vari blogger, su indicazione delle piante di pomodoro che stanno schiattando, con la pulsione di metter via che mettiscoppiguerratotale, una cosa facile facile e buona buona.

Confit si usa in Franzia per indicare la conservazione; per la frutta si hanno marmellate/composte e si usa lo zucchero; per le verdure si disidrata parzialmente la verdura con sale , odori e zucchero (poco) ; per la carnazza invece sale, odori e cotura lenta lenta in grasso di anatra o di oca ( dio, i gesier de canard confit, o le cossie di anatra confit, cuggini stronsi i franscesi, ma sempre cuggini geniali ed epicurei).

- 4 kg abbondanti di pomodoro ( ciliegino grande o piccolo,  datterino, più son piccoli meno ci metteranno ad asciugare, ma si diventa scemi a tagliarli, posizionarli e condirli  uno ad uno )
- 1 manciantona generosa di basilico / un pò di rametti di timo
- 3-4 spicchioni di aglio
- sale q.b
- zucchero q.b


Ecco il raccolto serale, poco più di 4 kg tra ciliegini, datteroni ed un altra varietà che non ricordo, ma che comunque non fa pomodoro grandi.
Si tira via il picciolo con santa pazienza, si lavano in acqua e si asciugano per bene ( in altri termini, si scolano nello scolapasta, si rovesciano su un canevaccio pulito e che non sappia troppo di detersivo, si massaggiano con amore con un altro canevaccio parimenti pulito e non dixanato.






Con spirito zen si tagliano uno ad uno....



... e si mettono in in teglia belli fitti fitti con la parte tagliata rivolta verso l'alto.
Meglio coprire la teglia con carta forno per evitare di far fatica a lavare ( dio strabenedica inventore carta forno & affini)

Nel frattempo un anima gentile vi avrà mezzalunato basilico ed aglio( o timo ed aglio o quel che ci piace in quel momento); oppure nel mio caso trito finen finen mit mezzalunen ( io quarto di luna turko) .
Con santa pazienza si cosparge pian piano e con precisione chirurgica un pochino di sale su ogni pomodorino, poi un nonnulla di zucchero ed infine il trito aromatico.


Ecco il risultato sui pomodorigni grandi, sui piccoli ciliegini ho cominciato bene ma al 304esimo ho desistito ed ho sparso a pioggia senza dignità.



Si piazza/no teglia/e  in forno ventilato sui 140 gradi per 1.40 ore ( o poco più) se son grandi, circa 1.20 se son ciliegini piccoli. Alla fine quel che conta è il risultato : non devono esser pomodoro secchi, non devono esser troppo acquosi. E poi, come si usa dire, dipende dal forno no ?
E quindi quando hanno la faccia giusta si cacciano fuori dal forno . Ecco quelli grandi a fine cottura.


Si mangiano anche subito, buononi i giorni dopo ; io ho deciso di pensare ai piovosi e biggi giorni e li ho invasati, ricoperti di olio, ben tappati e quindi fatti sterilizzare per 15 min di bollitura.

Con 4 kg abbondanti ( sui 4.200 ) vengono fuori 4 vasi da 500 ml della bormioli ed una porzione da cena con formaggio, speck, pane etc etc .



lunedì 22 agosto 2016

Tappa 20 : Timisoara e ritorno




Ecco, ci ho messo un bel pò a concludere il viaggio, questo giro ho avuto bisogno di far decantare e sedimentare. Naturalmente passata la festa gabbato lo santo, si riattacca a lavorare e stirar camicie,  ma troppe robe da sistemare in qualche modo.

Intanto la giornata a Timisoara, 22 km con caldo feroce il pomeriggio, ma bella fresca fino a tarda mattinata.
Tanta strada che avevo anche gola di camminare dopo tanto sellino, ma anche perchè la città è bella e nel centro storico pedonalizzato è un piacere vagolare senza meta. Qualche bel palazzo liberty/decò, tante statue moderne in giro, foto fatte nessuna che non avevo voglia di portar peso in giro.
Mete ne avevo anche poche, la prima procurarmi il materiale per imballare la bici e lo ho trovato in un bricoqualcosa dove comincia la zona dei centri commerciali, per fortuna non troppo distante dal centro. E visto che ero già li, mi son fatto un bel giro tra materiali, attrezzi &C che il bricoleur che è in me voleva la sua soddisfazione. Prezzi non malaccio, fortuna che ero a piedi e poi bici/autobus.
Anche qui la scelta delle griglie è impressionante come in Serbia, non son posti per vegani; tanta paccottiglia come nei nostri brichi*, però telo di pvc, nastro americano e cordino li ho trovati senza fastidi.
La seconda era il museo della Rivoluzione; più che un museo una raccolta espositiva in parte fissa, in parte temporanea. Un memoriale, ma anche un centro di documentazione ed una associazione. Ingresso a offerta libera e suonando il campanello che non è proprio un vero museo .
La signora che mi ha accolto è stata molto gentile e partecipe; un pò abbiamo girato insieme e parlato in inglese ( italiano lo capiva un poco, ma non lo parlava). Mi ha introdotto al contenuto delle sale e poi
lasciato davanti ad un video sottotitolato sulle tappe della rivoluzione .
Poi ci siamo reincontrati per l'introduzione alla seconda parte delle esposizioni e per chiedermi se avevo qualche domanda o curiosità emersa dalla visione del filmato. E in effetti ne avevo e mi son pentito di non riuscire ad esprimermi bene in inglese, lo uso solo e troppo per cose tecniche e quindi mi manca proprio il lessico per certe occasioni.
Però alla fine ho cercato di chiederle della tristezza/disillusione che permea il paese; qualcosa su come ha visto lei la rivoluzione che perdeva di senso e veniva intrappolata . Della comparsa diei sabotatori. Però con 10 anni meno di me era piccola all'epoca dei fatti e non ha vissuto da adulta quel periodo, mi ha parlato in cambio un pò della esperienza di genitori e zii.
Poi lasciandomi per seguire una famiglia tedesca in visita, mi ha dato un ultima indicazione per l'ultima saletta seminascosta "dedicata" alla lunga dittatura dei Ceausescu; qualche memorabilia , foto e pagine di giornali d'epoca; quel che mi ha colpito è stata l'acrimonia verso Elena Ceausescu e il dare l'informazione con un non detto " vai se ti va, ma vai a vedere della merda".
E questa è una delle cose che mi ha fatto ritardare il post di fine viaggio, ho ravanato in rete a leggere di queste persone e di questi fatti. I polacchi ed i cechi che entrano per portare farmaci e generi vari per il primo soccorso, anche alimentari. E poi Germania e anche Italia. Tante associazioni non governative, ma poi si son mossi anche i governi.
Comunque 22 km di Timisoara nelle gambe e nella camicia sudata!
Girando si sente parlare abbastanza spesso italiano; sono andato a cambiare iuri in lei giusto per prendere qualche cadone ( niente di buono da prendere, nemmeno per la oramai collezione di caccavelle da cucina che nel tempo ho accumulato) e per mangiare la sera; davanti a me ci stava una giovine et procace ragazza con 4 mazzettone 4 di sterline in pezzi grossi, 50 e 100. Ma grosse grosse le mazzettone! Poi ha cacciato le mazzettone di dollari e a quel punto ho cambiato cambiavalute. E qui viene il secondo motivo del ritardo : già quando ho preso il biglietto del bus a Udine mi è capitato episodio inquietante. Dopo aver chiesto info ed orari e disponibilità decido di prendere subito il biglietto per il ritorno che online dava problemi. Via mail avevo già informazione che bici impacchettata pr bene poteva essere caricata e quindi via all'esperienza del viaggio in bus invece che con l'asettico aereo. Probabilmente ho pagato anche di più che la tariffa Ryanair scontatissima, ma volevo provare a tornare lentamente . Ben arrivo al punto, la ragazza della biglietteria quando ho chiesto di prendere il biglietto Timisoara Udine il giorno x mi guarda dura e poi abbassa lo sguardo e seccata mi dice che per minorenni si devono avere documenti e certificati. Io la guardo allibito e le dico che il documento lo do subito, ma mi era sembrato di capire che la mia maggiore età fosse oramai da un pezzo fuori discussione. Lei arossisce, prende il documento e taca a scrivere al computer. Ora, io non sono propriamente un giglio appena spuntato, un tenero virgulto appena uscito dalla terra; però ci ho messo un bel pò per vagamente intuire che forse si riferiva a qualcosa che si potrebbe assimilare a tratta delle bianche. Ora ammetto che lei seduta in basso, io in alto di la dal banco , lei con generosa scollatura, il mio sguardo discretamente in caduta libera tra i rilievi ( spero di non essermi fatto sfuggire un Oooooh.) , però non credevo di aver l'anda del puttaniere. E poi appena arrivato a Timisoara all'andata con caldo equatoriale, nessuno che mi accettava iuri fino alla città, nessun cambia valute in mezzo, praticamente disidratato come mummia, cambio euro, accatto bevande, mi piazzo su blocco di cemento a bere a garganella e arriva uno dei soliti pazzi che attiìrano i cicloviandanti solitari e dopo qualche convenevole in rumeno mi fa con gesto internescional zum-zum. E insomma insomma, somma il tutto e ci son rimasto. Non son giglio insisto, ma pissacan si . Però aveva ragione la Arendt con il titolo "La banalità del male". Che non mi sembra di essere un Landru o un case study di Lombroso. Eppure è andata così.
E veniamo al terzo; questo inverno come da qualche anno, godo come un riccio con il Trieste  FIlm Festival. Al primo ci sono andato da solo, dal secondo in poi ho trovato in sala la mia amica e gemella Ariella e oramai da 3 anni l'appuntamento è fisso. Ci son sempre delle perle e delle meraviglie incredibili; tra lavoro, reperibilità, azzi e mazzi non riesco a seguirlo tutto, ma un fine settimana integrale da mane a sera sempre e si.
Una delle perle rare di quest'anno era un film documentario sulla diffusione di videocassette pirata nella Romania di Ceausescu . Cassette tradotte da una unica persona che interpretava e mediava TUTTE le parti.( se vi capita vedetelo, scaricarelo, compratelo senza meno ,  Chuck Norris vs Communism di Ilinca Călugăreanu  https://www.youtube.com/watch?v=znp1dNaPp3k)  e le cassette venivano duplicate e vendute e organizzate sale di prioiezione casalingue a pagamento. E insomma li mi son detto, io sto popolo lo devo conoscere. E alla fine non lo ho conosciuto se non alla fine  del viaggio, al ritorno nel pulman. Pochissime interazioni con le persone. Un pò merito mio particolarmemte orso quest'anno; in parte merito delle zone attraversate ( non tutte) particolarmentre tristi, in parte dal caso . Però ero proprio io orso fuori misura. Mo un pò meglio.
Alla sera cena senza storia e memoria che ero stratacotto dal girovagare e dalla voglia di verdura; mi son mangiato insalata e felafel, che con la Romania non ci entrano nulla, ma basta carnazza.
Il giorno dopo colazione e verso le 11 mi han praticamente cacciato dall'albergo. Breve pedalata fino alla stazione dell'autobus, checkin, impaccamiento bici e poi lunga attesa  cambiando panchina cercando di sfuggire al sole giaguaro che girava. Finalmente alle 15 si parte, non bus diretto fino a Udine, ma cambio ad Arad. Viaggio breve con posti quasi tutti occupati. Salgo insieme ad una coppia, lui romano lei rumena ed a lato uno sconvolto rumeno con ascella assassina. Che si sporge per stringere la mano alla coppia ( me non mi caga) e mi sbionda le sopracciglia. Po ben. Cambio ad Arad e trovo posto accanto ad un 60ino dallo sguardo buono; dopo pochi km ci presentiamo, parla un po' di italiano ( parlassi io così il rumeno farei domanda all'Onu....) che ha lavorato 3 anni in Italia nei dintorni di Feltre. Viene in Italia per documenti Inps, sarebbe in pensione da 6 mesi ma non gli arrivano ancora i soldi che il parallelo inps rumeno gli dice che mancano dei documenti dall'Italia ed è meglio se va di persona a prenderli. Siamo decisamente paesi fratelli e non solo per la lingua affine. Ci raccontiamo un pò di noi, lui mi racconta di quando era giovinotto e con le figlie piccole andava in Ungheria a far illegalmente scambio merce, usando le figlie minorenni per imbottirle di magliette all'andata e caffè, cacao, pepe al ritorno, che le bambine minorenni per legge non potevano essere perquisite. Dei tempi di Ceausescu in cui oltre a peperoni e pomodoro sottaceto non si trovava nulla, del fatto che in 30 anni di lavoro era riuscito a mettere via la stessa cifra che ha messo via in 2 anni di lavoro in Italia; e che ha usato i risparmi per sistemare casa, la casetta in campagna ( nei maramures) della moglie , prendere un trattorino ed altri attrezzi. Mi ha raccontato che adesso è a casa da solo, una figlia insegna in città, la moglie fa la badante in Italia e l'altra figlia lavora in Italia ma senza riuscire a metter via un euro. E lui si sente solo e mi dice basta di questa vita , basta che vado in Ungheria e mi sento uno zingaro rispetto a loro. Basta di questa vita da soli.
E così come lui altri nel mio pulman e negli altri 8 con cui ci ritroviamo al confine ungherese. E' vero che non è Schenghen, ma una fila di pulman che partono dalla Romania verso l'europa con ore di attesa per il controllo documenti. Con a bordo lavoratori, ragazzini che raggiungono i gentori oramai fissi in Italia, tante badanti. E tutti quelli con cui parlo, dopo che sarò diventato "l'italiano" , mi chiedono di dire in giro quello che ho visto della Romania; che dovevo andare anche da altre parti, che li è magnifico, la è indimenticabile.
Ognuna di queste persone non vede l'ora di poter ritornare a casa, vengono in Italia solo e unicamente per bisogno e per lavorare.
Insomma tutte queste cose mi han toccato dentro e avevo bisogno di un pò per poterle scrivere.

Per ultima,  e ammetto faceta,  la sensazione di "ma che ci sto a fare qui?"  che ho patito quest'anno.
Perchè cavolo ho voluto fare il viaggio dell'andata per posti già visti e così terrificantemente noiosi? O forse ero io noioso ? La seconda che ho deto, ma anche la prima.
Importante è la meta, ma pure il percorso no ? Ho visto delle bellissime cose e provato sensazioni forti, quindi nessun pentimento tardivo. Le colline solitarie in mezzo al nulla mi han fatto tornare in mente i miei sogni sull'america ( nel senso degli States) , le montagne  e le vestigia di Roma mi han fatto sentire in casa ma con i mobili diversi, le pianure calde, tristi, desolate e senza nulla mi han fatto da specchio e da monito. No never.

Insomma bene, in Romania ci tornerò; per altre strade e con altre mete, ma decisamente mi è piaciuta. Non bene la parte epicurea del cibo, ma di cibo per i sogni quello ce ne sta.

L'immagine di copertina  è l'E N O R M E piatto di pasta al pomodoro che mi son fatto appena arrivato a casa . Sceso a Udine poco dopo le 6 di mattina , rimontata la bici e partito verso casa per gli ultimi 40 km di strade conosciute. L'asfalto dopo tanto penare mi è sembrato parquet, la giornata di sole e vista l'ora pure bello fresco che era appena passata perturbazione.

Quest'anno al netto di tutto sono stati oltre 1900 km per 9800 metri di dislivello; ne avevo previsti di più ma va ben così.

E adesso cucina fino al prossimo viaggio/etto/one/ino.





















lunedì 11 luglio 2016

Tappa 19 : Sarmizegetusa -Timisoara

Oggi ultima tappa in bici, domani in giro a piedi per Timisoara senza macchina fotografica ( al più userò il cellulare) per vedermi la città, anche se un giro lo ho già fatto stasera.
Sveglia presto e senza colazione che la davano dopo le 8 ; aria bella fresca , una salita con qualche strappo fino ad arrivare a 700 metri e poi discesa lenta ma inesorabile per un bel pò di km. Da aver freddo ai ditini che pedalo in sandali se posso.
Traffico presente ma temevo peggio , il bordo strada è veramente risicato , ma almeno non ci sono grosse buche o pieghe dell'asfalto. Tutto il percorso dei primi 25 km in mezzo ad alberi e verde; le basse montagne ai lati man mano diventano colline e la valle si allarga distendendosi verso la pianura.

Finita la discesa dovrò prendere le statalone, una mi sa che sarà con molto traffico, l'altra spero proprio di no visto che è la vecchia strada che porta a Timisoara.

Però come raccordo tra le 2 non vogliamoci toglierci lo sfizio dell'ultimo sterrato ? Non credo mi mancherà molto, oggi non era nemmeno kattivo a parte qualche pezzetto, vantaggio è che mi ha fato sparagnare qualche km ed un pò di intossicazione .
Che poi è brutto sulla statale che devi guardare solo davanti a te e stare concentrato; invece sullo sterrato puoi anche distrarti e prendere delle legnate sulla forcella ( e di rimbalzo sulle chiappe), ma almeno non corri il rischio che un camion dietro faccia cicloragout.  

 Dopo mezzogiorno il caldo si fa giaguaro; quindi soste ogni 10 km per bere qualcosa; il dramma è che è oramai pianura e con pochi alberi, quindi tocca aspettare qualche paesello o cittadina.
Questa è una casa di una cittadina dove mi son fermato a prendere un bottiglione di acqua fresca, Lugoj. Mando messaggio alla mia social media manager  Kosta che mi rende wikiedotto che questa è la citta natale di Bela Lugosi, indimenticabbile  dracula classico. A volte il caso...


Ecco, dopo Logoj la strada è praticamente sempre così: si riesce a vedere la curvatura terrestre. E uno non può nemmeno darsi un obiettivo tipo : dodici curve a sinistra e mi fermo a bere/fumare/mangiare; tocca di darsi obiettivi temporali o di km. Anche per non addormentarsi . Figurarsi che per tener la mente impegnata, oltre che fissare la strada per evitare incidenti, ho fatto il ripasso di password e codici di accesso. Non avevo memoria di una di quelle di lavoro, alla prima sosta ci ho mandato messaggio per resettarmela al kollega biondino ( si fa per dire) Maurigno.



Per fortuna qualche perla paesagistica mi è venuta in soccorso : un signor cancello




Delocalizzazione













 Salto quantistico ed eccomi in giro per Timisoara; 3 foto le ho fatte, ma giusto 3. In giro è pieno di giovani : ragazze tirate o sul zoccolato, ragazzi tirati o sul tamarro. Globalizzazione raggiunta.







 E un bel palazzo di quelli che piacciono a me lo ho beccato anche stasera



In giro per il centro è pieno di opere ed installazioni; qualcuna molto bella ( leggasi che mi piace) , eccone una.









Ecco, per sto giro basta qui; arrivato a casa un bel riassuntone compreso il viaggio della speranza in pulmann; che già prima di cercare stanza , ho cercato la stazione dei bus da dove partirò sia per vedere dove era , sia per chiedere informazioni. Ora , io sapevo che dovevo partire alle 15, la tipa invece mi dice che devo essere li alle 15 per fare tutto quanto ( biglietto con posto stampato, pesa verifica e carica bagagli etc etc ). Esticazzi, tanto albergo lo dovrò lasciare per le 12, poi andare li in bici e trasformare la bici in bagaglio e finire di sudare in tempo per montare sul pulman. Altro che le 15.

Concludo in bellezza con 150 km  e quindi in tutto 1900 km e 9800 m di ascesa. Bire, acqua, bibite meglio che non le conto che mi vien fuori na giornata della cascata delle marmore.

km ascesa
151 418




domenica 10 luglio 2016

Tappa 18 : Deva - Sarmizegetusa

Oggi minitappa per rendre più vicina Timisoara, per visitare gli scavi di Ulpia Traiana , per godermi ancora un pò le colline e il "fuori strada".
Soliti riti mattutini, stamattina ho provato colazione alternativa con i salumi : mai più. Burp continui fino al primo pomeriggio, ma una volta la dovevo pur provare.


Appena uscito dalla città si comincia a salire; salite subito secche da 10% a gambe fredde e salami nella panza. Poi però finalmente spazi aperti .

Su e giù, spazi aperti e campi, ma poi discesa e acciaieria con sullo sfondo o le colline del materiale di scarto o addirittura forse le miniere a cielo aperto che siano in zona monti Apuseni , sfruttati fin dagli antichi romani


E qui il tristo mietitore usa anche lui la bicicletta; non so se si vedrà bene la falce "da viaggio" con lama ripiegabbile, ma è lei.




E queste merviglie non erano citate in nessuna guida
Mai viste prima, tutte concentrate in un paesello , o sono dinastie di lattonieri che si sfidano a duello o non so che altro. Tante foto , ma meritavano lo stupore con cui le ho fatte ?







E di nuovo spazi aperti . Ed era pure pieno di griglianti , radunati soto gli alberi e già alle 10 pasate si sentiva il profumo della legna o della carbonella. Poco dopo anchedella sarcicia.
A qualch km da Sarmizagetusa ho incontrato un cicloamante; non ho capito il nome pur avendoglielo richiesto. Comunque tetesco di Germania, in aereo fino a Belgrado e da li Timisoara , poi Bucarest, quindi Istanbul; carico come un mulo della Tridentina , dorme in tenda o in camere in affitto. Fin qui ha fatto strade abbastanza principali, poi vorrebbe fare le secondarie e allora gli ho fatto vedere qualche foto e consigliato di stare mooolto attento ai tratti in campagna., sperin ben per lui.



Arrivato ad Ulpia Traiana, cerco la camera , doccia, e poi via agli scavi. Che dopo aver visto Pompei ed Ercolano, aver vissuto mesi a Roma so che saranno  una  delusione, ma la tentazione è sempre grande ed io cedo.





Ecco, qui stavo per commettere peccato e anche reato; ho una passione smodata per le terme, qui stavano scavando appunto una zona e ci stavano ancora le torrette di mattoni esagonali o rotondi che usavano i roimani per fare il pavimento rialzato da scaldare sotto. Ce ne stavano un cumulo di questi mattoni ed ho avuto tentazione maxima di prenderne uno.  Eccon , confessata l'intenzione di peccato che però non ho commesso.







L avisita sia pur con calma , in poco meno di 2 ore era finita. E allora mi son concesso il pasto unico della giornata prima del previsto. Finalmente ho assaggiato i sarmale  ( involtini di verza con dentro riso e carne)  e sopratutto i papanasi con la smantana e la compposta di mirtilli ( tipo le brioche con il tuppo, ma fritte; la smantana mi sa che è più simile al mascarpone che alla panna acida). e 2 bire che i sali se ne sono ndati via lo stesso nonostante i pochi km.
Di ieri ho dimenticato 2 cose : una piacevole è che ho magnato oltre ad una insalata anche la tochitura, che è uno stufato a base di maiale, ma con dentro funghi, salsiccette,  pancetta, funghi, tutto a pezzeti piccoli e su letto di mamaliga ( polenta) , formaggio gratuggiato sopra e un ovetto all'occhio di bue come rinforzino. No male .
La seconda, e NON capisco come ho fatto a dimenticarla,  è che al museo ieri mi han chiesto se il biglietto lo volevo pensionato o adulto. A parte il dramma interiore di scoprire che sembro proprio tanto vecchio ( senza tanto già lo sono) , ma il pensare ancora a quanti anni tocca di faticare per, forse, arrivare alla pensione mi ha distrutto.

Vabbuò, domani ultimo giorno a pedali a parte un giretto per Timisoara alla ricerca della stazione dei pulmann e commissioni varie; domani tappona da oltre 150 km. Già oggi caldo e sono a 500 metri, domani in pianura saran sui 38 ma tocca andare. Sveglia prestone, salita iniziale e poi un bel pò di discesa prima della calura.
E dimmi te se un pensionato si deve anche metter a fare ste robe alla sua età...

km ascesa
57 703