mercoledì 1 luglio 2015

Diakofto - Patrasso - Trieste - Casa


In ritardo ,riunisco il ritorno tutto in un post conclusivo, ci sta poco da segnalare, solo 1 fotina al magnifico ponte che unisce Epiro a Peloponneso.

La 60ina di km da Diakofto a Patrasso sono stati faticosi solo per il traffico e i lavori in corso; spesso si vede il mare irraggiungibile, qualche piccolo tratto fuori dalla costiera e il resto camion, polvere e macchine.
Con il senno di poi sarebbe stato meglio dormire di più e farli in pulman; per carità niente a che vedere con l'ingresso ad Istanbul come casino&C, ma almeno li ci stava la signora meta . Po ben, prossima volta.
Arrivato a Patrasso piccola sosta per prendere frutta per il viaggio e poi in anticipo di 3 ore al porto che ne erano richieste almeno 2; la nave invece ha 4 ore di ritardo causa maltempo dei giorni precedenti...
Pomeriggio e sera di scomodo svacco assoluto passata a leggere, bere birra, mangiare frutta in attesa prima della nave e poi delle operazioni di sbarco. Poi finalmente imbarco, ricerca del posto dove stendere materassino e sacco a pelo, tentativi di sonno funestati da viaggiatori stravolti e bambini stanchi.
Traversata quasi sempre tra dormiveglia e lettura, alla fine di questo viaggio avrò letto 5 libri e cominciato il 6°, praticamente oltre la lettura media annuale italiana; lo so, sono malato di libri e di bici. E di cucina e di montagna e di ... Insomma sto molto male dottore.
Il ritardo, a parte la scomoda attesa in porto a Patrasso, è andato bene però per l'arrivo a Trieste, non a mezzanotte o dintorni , ma dopo l'alba , poco prima delle 6.
Via per le rive e al primo bar sosta per caffè e cornetti ( 2 e alla crema) ; in Grecia tutto buono, ma anche se i cornetti sono 4 volte i nostri, niente a che vedere però. Se inizialmente son meglio i loro dolcioni imbibiti di miele, alla lunga mi ci son stancato. E poi in giro per Trieste, che senza il trafficone e con l'aria fresca è bellissima. Bello bello girare anche in contromano per le vie del centro senza casino, l'aria era bella fresca e la città quasi tutta per me, solo qualche furgone per consegne e qualche rara macchina.
Stessa cosa per la costiera, ma qui il traffico ci stava eccome : gente che correva e che pedalava, na meravegia.
Arrivato  a casa per le 8, saluto il vicino, svuoto la superbuca delle lettere, appoggio i bagagli, do un occhio alla selva oscura in cui si è trasformato l'orticello e poi apri il gas, svuota borse, taca la lavatrice, fai telefonate di "son rivà", doccia e quindi il crollo sul divano .
Però appena sveglio un piattone di pasta al pomodoro e basilico e stavolta la birra è una Lasko .

Compresi i km finali alla fine ho fatto meno km del preventivo, complici le deviazioni e i giretti in pulmann.

km dislivello
1478 16184

Che insomma, mica malaccio dai; posso dire che la bici nuova la ho testata e rodata.
Nessun problema meccanico o fastidio, unica cosa che cambierò al più presto è il nastro manubrio : bello , fikissimo, ma confort come dormire sul marmo.
Fatica tanta, sudore a litri, ma il caldo lo soffro proprio; però tutto bello e ne valeva la pena.
La porta di ingresso di Micene è stata l'emozione più grande, ma ce ne sono state molte e molte altre; tra queste in seconda posizione le persone comuni, la gente. Sia in Albania che in Grecia ho trovato sempre persone gentili e disponibili anche senza il conforto di una lingua in comune. Alla fine di una salita mi ero fermato al'ombra a bere e aspettare che i fiumi di sudore calassero, e un sior mi ha portato una manciata di albicocche appena prese dal suo albero senza dire nulla; un bottegaio che non sapendo il prezzo di un sacchetto di frutta secca mi ha detto ( in inglese) vabbuò , me li porti domani; i tanti saluti gratuiti lungo la strada ( financo applausi!!).
Altre cose indelebili  i profumi dell'origano in fiore, della salvia, dei boschetti di eucalipti, dell'assenzio; l'odoraccio schifoso di carogne in giro che si  alternava a questi; mai visto tante bissie in vita mia ( nemmeno in ufficio) sia spiattellate sull'asfalto che strissianti e nemmeno tanti animali selvatici ( sempre spiattellati e non ). Mai odiato tanto un animale come i cani fetenti, più ancora delle zanzare ( però in Albania ce ne stavano un casino e si facevano TUTTI gli affaracci loro).
Qualcosa lo ho intravisto solo da lontano, come Itaca; oppure solamente vedendo i cartelli indicatori, ma ritornerò anche se non so bene quando e con che mezzo.
Credo che mai e poi mai darò a qualcuno o qualcosa il nome  Iorgo : ogni volta che sentivo ( sentivo ma non capivo..) lamentele o lamentazioni ci stava di mezzo il nome Iorgo : "Iorgooooo, vien via da li", " Iorgooo, finisci la roba che hai nel piatto", "Iorgoooo, e allora ??".
Tutte rigorosamente con la "o" finale tirata che nemmeno gli assolo di Santana.

Insomma, a parte Iorgo, i cani fetenti, le lunghe attese per il traghetto, bellissimo giro e di gran soddisfazione.

Ecco, finito.
Prossimamente qualche experimento sul rifare il casa le cose mangiate nel viaggio











3 commenti:

  1. ;-)
    e adesso la cara vecchia rutin!

    RispondiElimina
  2. oh ecco aspettavo l'apoteosi final! bentornato ciclomangione!

    RispondiElimina
  3. Ricette! ricette! ricette!

    καλό φαγητό
    για μένα
    για σενα
    για όλα
    kaló fagi̱tó
    gia ména
    gia sena
    gia óla

    RispondiElimina