domenica 10 settembre 2017

giorno 5 : Arbudir - Hveravellir



21 agosto

E si continua di sterrato; notte decisamente freschetta, e respirando aria fredda comincia a farmi male un dente.Niente di che, ma peggiorerà.

E intanto una altra magnifica giornata di sole



Non ci svegliamo all'alba, che memori del primo giorno noi si attende che il sole faccia il suo mestiere prima di uscire dai sacchi piuma; il traffico dei fuoristrada di ieri ricomincerà da metà mattinata, per il momento ce la godiamo.



Perchè qui è il MIO

Recinzione in mezzo al nulla; probabilmente quando raccolgono le pecore che vagolano in giro . Però mi sembrava la versione islandese del concetto di proprietà veneto




Sempre grandi spazi; in lontananza nevai e ghiacciai. Tratti pedalabili facendo gimcane, trattio in cui temi che si sviti anche l'ombelico. Sassi , sabbia, terriccio, qualche stentata piantina ,ma è di un bello da continuare a fermarsi e fare foto. Che non renderanno l'idea, mancano i grandi spazi, l'assenza di rumore quando ti fermi ( quando vai tra cigolii e rimbalzi sembra un aferriera), l'aria tersa, la grandezza.






E qui una promessa di paradiso sulla destra; ci sta praticamente tutto a parte un campo da golf


Ma noi si continua; obiettivo realistico della giornata sarà, dopo qualche brevissimo momento di ottimismo, Hveravellir. Il meteo pare che tenga ancora sul bello/nonDovrebbePiovere, voglia di far notte per uscire dallo sterrato non ne vale la pena, meglio giocarsi 1 giorno jolly  e goderselo alla grandona. E poi li ci stanno fumarole e pozze di acquetta calda....








E qui una coppia di americani ci regala uno scatto mentre noi si cercava di posizionare macchina fotografica su un omettone di sassi.


E visto che la giornata era già improntata sul godimento e su tappa breve, anche il Lungo si fa fotografare con i ferri del mestiere : un signor naso roso da clown, che l'omo mi fa volontariato come clown negli ospedali



Non manca molto, alla fine arriveremo alla meta giornaliera tardi rispetto alle nostre attese. Un pò ce la siamo presa con calma vero, ma i tratti di sterrato ai limiti del pedalabile erano veramente tanti. Medie da salita allo Zoncolan da parte di assoluti dilettanti e il carico di borse certo non aiuta. Nel mentre incrocio 2 cicloviandanti, parliamo in inglese , poi mi guardano le scritte della maglietta e dicono "ma sei italiano?"
E pure loro! Sono in giro da quasi 1 mese e questa è la loro ultima settimana; le bici figose che hanno ( inglesi, acciaio, sella brooks) le hanno avute come sponsorizzazione, viaggiando tengono un blog, oltre a minestrine e pane , vivono anche di razioni da stazione spaziale( gulp!)  che hanno comperato scontate da una startup di Torino che fa parte dei fornitori dell'Esa. Mica bagigi insomma.




Ma soprattutto ci portano la buona novella che ancora qualche km schifoso e poi lo sterrato diventa un bijoux.
E nel frattempo abbiamo avvistato i fumi che identificano Hveravelir; saran 4 km infiniti tra tratti in sabbione, in cui si scende o si barcolla sul mezzo, saliscendi e sassi.
Ma alla fine si arriva, si pianta la tenda ed io parto senza meno verso la superpozza di acqua termale. Niente foto che avevo solo gola infinita di wellness e il sole cominciava a scendere insieme alla temperatura .

Nella pozza godimento maximo, uscirne meno. Però se fare il dado da brodo mi piace tanto, mi fa purtroppo venire un sonno insostenibile e quindi non riesco a starci tanto quanto vorrei. Breve  ma intenso insomma.
Campeggio con servizi così così nonostante sia frequentato dal mondo intero o quasi; ben che vorrebbe essere un rifugio, ma ci sta talmente tanto andirivieni che sembra più una località sulla strada principale.

51 km , 846 m




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