mercoledì 3 gennaio 2018

giorno 13 : Svinafell - Kirkjubaejarklaustur



30.08






Giornatissima!
Freddino per non dire freddo la mattina, ma il sole scalda e rincuora. A tratti sembrano paesaggi d'America immaginata e sognata, con picchi e pianure. In lontananza i monti del Klondike.
E sulla sinistra una signora scia chimica...

La strada è un lungo serpentone che traversa la pianura desertica di sabbie e detriti. Il mare è a destra da qualche parte a 30 km di sabbia . In islandese si chiama sandur e la "località" è appunto Skeiðarársandur.

Monumento a quel che rimane dei tralicci di un ponte che era stato progettato per resistere a inondazioni di 20.000 mq/s. Però l'eruzione vulcanica sotto il ghiacciaio nel '96 ha avuto picchi di 45.000 ed pezzi di ghiacciao grandi come case . Ha spazzato via strada e ponti , ricostruito poi a tempo di record e perennemente in manutenzione a vedere i cantieri che abbiamo incontrato strada facendo.



Here we go, on the road again
Like a band of Gypsies we go down the highway
We're the best of friends
Insisting that the world keep turnin' our way





Rocce, azzurri, panorami e dopo un bel pò di km anche qualche vecchio rudere di avamposto della civilità. E puro vento islandese al 100% ostinato e contrario. Sto fetente.
Pareva nemmeno vero averlo incontrato solo di striscio.




Omaggio alla mia amica Rita, Volpe a Pedali, nel mentre in cicloviaggio verso la Mongolia .



Sempre deserto, ma appena ridiventa possibile almeno una fattoria ci sta di sicuro e adesso il sandur è proprio finito.
E pensandoci, abbiamo appena attraversato il più lungo tratto senza pecore di tutto il giro. Anche in mezzo alle lande desolate del Kiolur almeno qualche pecora la si incontrava, qui proprio il nulla.



Si diceva no delle oasi appena possibile, questa credo sia una delle più fotografate di Islanda




Tra basalti e rocce che sembran quasi cani da pastore, il vento la fa da padrone. Decidiamo di fermarci che Federica povera nun gliela fa più con il ginocchietto malandato. Piero eroicamente la ha scortata tutto il giorno per tagliare il vento o anche semplicemente per supporto morale.
E quindi si accorcia la tappa prevista che dopo l'impronunciabile paesello ci sta il nulla per un bel tratto.
Ma perchè si chiama Kirkjubaejarklaustur ? E' come per la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, è una composizione di nomi. Chiesa, Convento e un'altra che non mi ricordo più. E' veramente minuscolo , ma ha supermercato, 2 campeggi, banca e soprattutto il nostro primo Vinbudin! Per intenderci, è l'unico distributore autorizzato dai monopoli statali di alcolici e tabacchi. Apre con orari balordi, dentro ha di tutto e di più,  prezzi che vanno dalla cornea per un prosecco/champagne ad un rene per il whisky. Ma vin rosso a parte, noi si ha golissima di una birra che abbia qualche grado, le rare volte che si trova al supermercato ha 2 gradi . Che non fa tutto questo caldo, ma il binomio bici + birra e torpore alcolico serale ci mancano proprio. Quindi hamburgher da piastrare al supermercato, birra al Vinbudin, minestrone di legumi vari in busta e la seratona è assicurata.
Il campeggio non è male, è gestito da un ragazzone colossale, docce a gettoni ma ben calde, sala comune attrezzata con cucinina e OLIO STRATAVERGINE  a disposizione. Dio strabenedica chi lo ha lasciato li , e quanto buono che è.
Nel mentre che ci preparavamo al giusto pasto arriva un asiatico in bici attrezzato da bikepacking ma con ENORME zaino sulla schiena. Anch oggi ne abbiamo incrociato uno che invece di borse bici, girava con uno zaino monumentale. Boh, valli a capire.
E girovagando dopo cena nel campeggio , altra tenda con bici stravaccata davanti; ci conosceremo al mattino, un milanese innamorato dell'Islanda. E' la nona volta che ci viene, in 3 anni! In compagnia, da solo, in bici, a piedi,  con macchina a noleggio. Tornerà in Islanda con 2 amici in ottobre che ha già trovato prima di partire una superoccasione imperdibile da Zurigo. E ci conferma che il ring si fa una volta  e poi basta , il bello è nell'interno e lui ha deciso questa volta di usare mezzi pubblici per gli spostamenti lungo il ring e poi via in bici per gli sterrati interni. Sulle mappe son segnati come adatti a bici anche single track infossati di un metro e quindi da prendere con pinze lunghe lunghe, però sempre una figata . E in effetti , già il Kiolur.... Vabbè va, prossimo giro


79 km   405

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