giovedì 4 gennaio 2018

giorno 14 : Kirkjubaejarklaustur - Vik


31.08




E oggi di nuovo biggio misto sprazzi di sole; però non piove e questo è molto bene. Alzati relativamente presto, 2 chiacchiere con il cicloviandante milanese, smonta la tenda e metti a posto le borse e poi a far qualche foto al monumento naturale qui a fianco. Sono colonne di basalto che spuntano raso suolo, la leggenda vuole che sia il pavimento della chiesa del convento antico. E in effetti lo sembra un pavimento, il cartello propone il gioco di trovare la "piastrella" con più lati ( non ricordo quanti) , ci perdiamo un 10 minuti e poi ci diamo una mossa e partiamo.



Ecco il ridente paesello, molto importante ma è tutto li . Ci sta anche un centro civico che non abbiamo visitato causa orari; dentro espongono e vendono i lavori in lana di paese e dintorni; l'impressione è quasi di un centro di recupero, ma la lunga notte invernale deve essere dura da passare.


Per un bel pò di km il paesaggio è questo : o lande desolate di rocce vulcaniche


oppure lande desolate a praticello.
Sullo sfondo un altro ghacciaio, il dietro del ghiacciaio Myrdalsjokull che vedemmo il primo giorno di viaggio






E vento su vento teso, a raffiche. A tratti il cielo si fa scuro e minaccia pioggia; qualche goccia portata dal vento, sfrangiature di grigio che ce la fanno vedere da lontano, ma non ne prenderemo se non di striscio. E vento su vento.




Ma tanto e tanto vento, da testa bassa e pedalare. Qualche rilievo, giusto per fare ancora più fatica, ci sorprende con l'effetto Venturi. Giunti in cima quasi sbilanciati dalle raffiche non ci resta che urlare il classico TUTTO QUI QUELLO CHE SAI FARE ?
Non cambierà nulla, ma almeno ci facciamo quelle 2 risate va


Ecco in lontananza i faraglioni che sappiamo essere davanti a Vik, è li che dobbiamo arrivare.
Sembrerebbero anche vicini come tutte le cose in Islanda; l'aria è linda e tutte le cose sembrano vicine, come i rifugi in montagna che li vedi ma non ci arrivi mai.
Arriviamo sfiniti dal vento; quel poco di voglia che avevamo di proseguire olre Vik per arrivare fino alla cascata di Skogafoss se ne è volata via strada facendo.

Vik è veramente un paesello lungo la strada; come il paese precedente è importante come punto di partenza per escursioni verso l'interno .
Il campeggio dove arriviamo è il peggiore di tutto il viaggio; bagni e docce decisamente sporchi, strapieno di gente e noi si alza un pò l'età media. La sala comune è bella grande, ma il vento freddo li fa stare tutti li dentro. A cazzeggiare mentre noi tra gli altri si vagola con le pignatte in mano per cercare di fare qualcosa da mangiare. E i giovinastri imperterriti a guardare schermi e ad occupare le sedie con i bagagli; poca solidarietà tra viaggiatori, ma forse la maggior parte vaggiatore non è. E quindi faccia da chiulo e qualche sburtone per preparare la cena e poi andarcene in tenda.
Montare la tenda tra le raffiche è stato un bel gioco, una volta dentro il vento fa proprio paura. Ma la svalbard terrà botta piegandosi come un giunco e non ponendosi a quercia.
Prima di entrare definitivamente in tenda vediamo una coppia di asiatici giovani giovani; lei in minigonna e tippiti tippiti con le scarpettine basse, lui in giubbettino trendy e con in mano tenda, sacchi a pelo e stuoini ancora con i cartellini su! Si mettono a montare la tenda  segundo le istruzioni e non vien fuori che han preso una di quelle tende igloo da mare, senza doppio telo ma con solo un fazzoletto in cima all'abside ? Probabilmente non han trovato alloggio nei 2-3 piccoli alberghi , guesthouse di Vik ed hanno ripiegato nell'acquisto di attrezzatura sommaria...
Alla mattina comunque si alzeranno presto anche loro e la loro tenda terrà bene come la nostra .
Domani sveglia presto che si prende pulman fino a Reykjavik e come al solito non si può prenotare per le bici ed i posti bici son solo 4.


74 km 270







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