mercoledì 27 giugno 2018

24.06 - 27.06


24.06 Barolo
Domenica, traffico quasi inesistente, Torino sembra un’altra ancora. E’ sempre bello girarsene per le città incasinate di traffico ad orari strani; o in giorni come ferragosto o pomeriggio di natale. Si va tranquilli, si riesce a guardare in giro e non solo al pericolo di lamiera che sta in agguato.


Esco dalla città in direzione Stupinigi e dopo qualche km alla faccia della “palazzina” di caccia! Villa Manin sembra una villetta a schiera. Non ho voglia di visitarla e proseguo attorno al parco, si fa per dire parco…. .














E poi d’incanto la mamma di tutte le ciclabili : un tratto di strada in mezzo ai campi chiusa al traffico con gente che corre o che pedala.



E anche il Piemonte ha la sua bella storia di emigrazione e fuga dalla fame.
E disperazione








Ideona!


E poi si ricomincia la pianura seguendo le provinciali. Non so come siano durante la settimana, ma mi metto a cantare “ tuuuuttta mia la cittàaaaaa” e vedo via veloce. Non fa nemmeno sto gran caldo, il cielo è coperto da nuvole alte . Mi fermo ogni tanto a bere qualcosa, un paio di telefonate ai fratelli che oggi il fratellone ne fa 64 ( e il bello è che mi coiona perché oramai ne ho 55…) e i paesi scorrono via ognuno con i monumenti ai caduti delle 2 guerre, i palazzi signorili in decadenza, almeno un paio di osterie, i portici.

In uno più cicciotto ci sta un supermercato aperto e mi fermo a prendere frutta, all’uscita un cinquantino atletico mi guarda e chiede quanto pesa la bici a pieno carico. In effetti non ho pesato le borse altrimenti mi sarei arreso alla partenza; quest’anno sono bello carico tra materiale per accampamento e qualcosa di pesante per montagne e nord europa. Mi sa che sono sui 16-17 kg più 13 di bici . Più panza e chiapponi che stanno calando giorno dopo giorno. Dico le valutazioni al tipo che si mette a ridere e mi dice “bravo, bel coraggio!”.
Mi fermo alle porte di Bra in un parchetto con alberi ombrosi e fontanelle non funzionanti ( grrr) e subito mi attacca bottone Massimo, quasi coetaneo sul disperato andante con in mano una lattina di birra Lidl. Ci fumiamo una sigaretta insieme, vien fuori che naturalmente ha ftto il militare in Friuli, anzi a Udine alle Osoppo. E mi racconta dei suoi disagi e come sembra essere diventato sempre più naturale, ne da la colpa agli extracomunitari. Non all'alcool che lo ha devastato, non alle scelte cucù fatte negli anni, ad aver lasciato la scuola. Blaf.


Subito dopo Bra, discesissima verso la valle dello Stura/Tanaro e poi si affronta la prima vera salita : la salita a La Morra , cima Coppi dalla zona di e del Barolo. Mica tanto alta poi , sui 450 metri. Salita tra il 3 ed il 7%. Letale con il carico però. Ciclisti sia in salita che in discesa applaudono l’impresa. Loro con la leggerezza delle bici da corsa, io on la pesantezza di bagagli organici e non. E anche un casino di moto con la loro orribile puzza e temibile rumore che uno spera sempre che non lo speronino nell’orgasmo della piega o del sorpasso.

Sarà duretta con alpi e provenza, ma ci si prova lo stesso. Io mi aspettavo già un tripudio di viti e invece per la maggior parte noccioli. Con soste sempre più ravvicinate per far calare battito cardiaco e sudore alla ine arrivo in cima e vicino al camposanto una provvidenziale fontanella. Ma devo ancora scollinare e appena arrivato in cima, la meraviglia. Non è tanto diverso dal Collio più bello, solo che qui è tutto bello, ogni cavolo di angolo.










Enoteca...






La discesa me la immaginavo a 100 all’ora e invece freni tirati e terrore; la strada che avevo scelto, la più diretta per il campeggio e solo fatta da discesa, è una serie di sterrati in mezzo ai vigneti. Bellissima ciò, ma se prendo velocità qui mi fermo solo in un intrico di filari preziosi che nemmeno la de Beers. Passo accanto alla Cappella del Barolo, cappelletta sconsacrata decorata da 2 artisti contemporanei. Boh, a me non dice nulla. Sarà che è talmente bella la texture data dai vigneti piegati da una parte o dall’altra per far ricevere il massimo del sole alle piante, forse avrà il suo che in inverno quando i colori sono smorti, ma tant’è, pieno di gente a far foto e che poi si fermava li, da dove ero sceso io solo i 4x4 e non i suv fighetti.
Spiana, finisce lo sterrato e trovo subito il campeggio; è una azienda agricola, producono vino , una parte del prato la hanno attrezzata a campeggio minimalista. Non fanno da mangiare ed è un peccato che avrei approfittato eccome. Però vendono il loro vino e allora mangiando un cous cous con pomodoro secco, mi son lappato del Dolcetto. Il destino cinico e baro ha fatto si che non avessero le demi-bouteille ( il botigliut insomma) ma solo le standard. Hanno anche Barolo e Barbera da invecchiamento e qualche bianco, a parte i bianchi di cui non ho voglia, tutti impegnativi e con il cibo che avevo a disposizione e nessuna voglia di rimettermi in bici per salite a cercare da mangiare, via per il dolcetto . Intanto mi son messo d’accordo per fare un giro di degustazione domani pomeriggio. Però la bottiglia intera… beh, ma domani sono pur qua, la metto nel thermos così si mantiene bene.
Seeeee, proprio. Un bicchiere preparando da mangiare, un generoso bicchiere mangiando e poi sotto il pergolo leggendo, scrivendo questo e godendomi fresco, tramonto e tutto il mondo. Notte felice e con sogni acconci.


Km 85   h 410m





25.06 Barolo
La note è stata felice e decisamente fresca; addormentato alla snoopy sopra il sacco piuma, sveglio in piena notte per ficcarmici dentro chiudere anche la zip. Al solito sveglio alle cinquemmezza vecchio orario lavorativo, ho ridormito e cazzeggiato fino alle 9 passate. Dioccheppalle ste ferie!
Oggi museo del Barolo a Barolo e quindi ancora salite, ma con bici scarica.
Il museo è carino, ma non indimenticabile; moderno, con tante cosette alternative, ma dopo l’Egizio si diventa esigenti. La visita finisce nella cantina regionale di Barolo , il sancta santorum con tutti i produttori rappresentati dalle loro bottiglie. E solo Barolo, dal vino, al barolo chinato, alla grappa di. Bottiglie dai 26 iuri in su, quando ho visto quelle da 150 mi son fermato che ho sentito una vena di Robspierre nascere in me. Però si possono fare degustazioni con prezzi che variano tra i 2 e i 5 euro, si fa una card , la si carica e si passa al mescitore automatico che non sgarra di 1 millilitro ; il mescitore è diviso in 3 sezioni che descrivono il terreno su cui crescono le viti e che danno quel che di diverso le une dalle altre.
Ora, gli assaggi erano si al limite della omeopatia, ma il Barolo non è mica così leggerino e poco saporito . Quindi appena uscito sono andato in cerca di cibo come un T-rex in dieta; trovato l’ottimo locale ( il più vicino praticamente) ed ho optato per il piccolo menù degustazione : battuta di fassona alla piemontese, vitello tonnato ( sempre alla piemontese, ci mancherebbe anche!), sformatino di toma, tajarin al ragout di salsiccia, torta di nocciole con zabaione al moscato. E un bicchiere di Nebbiolo. Che bene!






Tardo pomeriggio giro di assaggi in campeggio,; doveva esserci o il capo o il figlio, appuntamento alle 17.30. Passo, ripasso, cerco, nel mentre vedo che nella vigna in salita fronte campeggio, che mi han detto essere loro, passa e ripassa a dar prodotti in trattorino cingolato. Provo ad entrare in cantina e trovo un lavorante, chiedo a lui e mi caccia fuori 4 bottigliette da mezzo, 2 baroli, un nebbiolo, 1 barbera e mi dice portale domani mattina dopo avermi spiegato le caratteristiche. Le avessi portate la mattina non ci sarebbe stata traccia di loro e quindi mi son dato 45 minuti, giusto per assaporare e lasciar decantare i sapori prima di passare al prossimo. Giuro he ce la ho fatta, 1 dito 1 di ognuno; anzi, il barbera no che il tappo era infilato dentro com eun chiodo e non son riuscito ad estrarlo. Nebbiolo molto alcolico e non di mio gradimento, i 2 baroli poesia pura.
Per cena giusto un avanzo di pane che mi portavo dietrpo da un paio di giorni ed è andato bene anche come pulitore di palato.
Io sarei anche alla ricerca del fritto misto alla piemontese o almeno dell’antipasto totale globale, mi sa che farò un altro giro per queste lande; troppo caldo e si fa fatica a trovare, oltretutto ho fame che però placo con poco quando vagolo in bici.
Ma ho ancora un paio di giorni in Piemonte e non si sa mai.


Km pochi ma buoni


26.06 Demonte
Si parte per le valli che mi porteranno in Francia; e per i luoghi cantati da Revelli e Fenoglio. Un rapido passaggio per Alba, troppo rapido , ma i km so che saranno anche di salita . La valle del Barolo non pensavo avesse tanto traffico, ho preso qualche piccola deviazione locale, ma alla fine sempre per la provinciale in mezzo . Mi fermo a prendere della focaccia per il giorno e visto che ispiravano anche un 2 sfogliatelle ricce. La signora mi tenta con un bignè in assaggio, ma la collega giovane le dice che vista la bici carica necessito di roba più “forte” e mi coionano per il viaggio in solitaria e così carico…







E qualche bel mostro ci sta pure nelle meravigliose Langhe.












E traffico ce ne sta un sacco, poi però becco qualche km di ciclabile lungo lo Stura e me la godo. La strada che volevo fare è chiusa per lavori e allora mi tocca di affrontare le prime salite secche; 10% che mi ha bastonato per bene, usato tutti i rapporti e sudato che i pori sembravano irrigatori. Direzione di massima Cuneo ( dove feci 3 anni di militare…) , ma sfioro anche Fossano che ricordavo nominata da amici che ci avevano fatto il car da carabinieri . Era salita e non son passato per il centro, mi sembrava anonima comunque. Passo in mezzo a paesini e paesoni, mi fermo alle fontanelle e stavolta niente disagiati per far 2 chiacchiere. Mik rendo conto passando per i paesi che ci stanno si i monumenti a caduti, dispersi, morti per malattia delle 2 guerre mondiali, ma anche targhe per le guerre risorgimentali. O anche al primo bersagliere del paese. Mi fermo stanchino che ci sta poca pianura e tanto falso ( ma falso) piano che ci sta un alimentari che aprirà di la a 20 minuti. Bello, di paese, all’ombra e con gradini su cui sedersi e colonna su cui appoggiarsi. Non faccio quasi in tempo a chiudere gli occhi che arriva la signora che lo apre. Uffa! Prendo qualche biscotto, un paio di banane, del teino freddo da bere subito e riparto. Sempre salita e campi, sfioro Borgo San Dalmazzo e già il nome seguito dai nomi seguenti mi fan tornare in mente i racconti della guerra partigiana e della storia orale tramandati dai 2 autori. Val Gesso, Valle Stura, Paraloup, Vinadio, l’infilata dei Tetto qualcosa. E sempre salita.
Alla fine saran quasi 1000 metri per arrivare al campeggio La Sorgente a Demonte. Volendo sarei potuto andare anche andare un poco più avanti, ma perché poi ?
Piazzata tenda, lavati i panni ed il corpaccione, sono andato a prendere la meritata birra al bar del campeggio/pesca sportiva/allevamento di trote. Che salendo mi ero preso dei salamini tipici, della toma di valle e , finito il pane, dei grissini cuneesi. Tuttobbono aò!
Il tipo del bar mi dice, “mi spiace, ma birra grande abbiamo solo la Moretti”. Ignaro lui….


Km 100 h 905m


27.06 Jausiers
Fatta, il colle della Maddalena abbiamo fatto.
Lungo, sudato, non eccessivamente duro non fosse per il basto che mi porto dietro.
E’ una bella salita versante italiano, ha dei tratti che fan rifiatare, però la parte più dura e continua è giusto verso la fine. Mica robonone, ma un 7-8% continuo si. Fontane da tutte le parti, le poche persone con cui ho interagito tutte disponibili e gentili. Anche la signora del bar/ristorante/albergo a quota 1500 che mi ha venduto una lattina di te freddo e, saputo che stavo andando in salita, mi dice bella bella “ ah, mancano 11 km e 500 metri di dislivello. E’ la parte più dura”. Che io già ce lo sapevo, ma dirmelo così a tradimento!
Traffico ma non sostenuto in salita e discesa, tante moto ( che zeus li accechi quelli che passano vicini sgasando o che allargano le curve puntando il cicloviandante in affanno) .




Questo è il piano. Falsissimo.





Giuro che nel mezzo ci sta una marmotta; non ho portato anche il tele lungo...



Infilata di oribbili tornanti all'orizzonte









 Tanti ciclisti che rigorosamente mi passavano come fossero in motorino, ma tutti salutavano ( quasi tutti dai) e tante macchine che venivano in discesa che pivettavano e salutavano il ciccione pedalante. Tante minisoste, che partivo da poco meno di 800 metri e dovevo arrivare a quasi 2000. Mi ero dato un intervallo di 100 metri di dislivello per ogni sosta, ma sui tornanti alla fine ho cambiato in 2 tornanti il segmento prima di bere qualcosa e rifiatare. E polaco polaco son arrivato in cima. Sti fetenti di taliani non han nemmeno messo il cartello con cui farsi l’autoscatto, meno male che ci han pensato i francesi ; però per loro è il col du Larche, fatta con quello che ci capisce lo sa.

In cima mi son fermato per bere e godermi il venticello fresco; si che fa un bel rescino e questo ha aiutato la mia salita. Stamattina son partito tardi per far asciugare tenda e ammenicoli vari prima di impacchettarli che fresco faceva fresco e poi vicino all’acqua una signora condensa su tutto quanto. Comunque in cima qualche pulman e tante macchine di gitanti a piedi. Mi si affianca un ciclista di quelli veri e in mezzo francese e mezzo inglese, l’omo si è fatto già il col de la Bonnette, sceso da quello su per la Maddalena, poi giù e poi non ho capito bene per dove tornava che ero già in debito di zuccheri per lui. Fisicaccio e bici figona, ma cazzerola figone e basta.







Sempre falsissimo, ma oramai è l'ultimo




La gloria imperitura





Si lo so, potevo anche sorridere. Ma non vedevo nulla con il sole in fronte e il



E dall'altra parte meraviglia

.
E via giù per la discesa facendo fatica a disdegnar i posti in cui avrei potuto fermarmi a dormire, via direzione Barcellonette. Ma alla fine ho ceduto e mi son fermato qualche km prima in un campeggino giusto di fianco all’incrocio per la salita alla Bonnette. E no, non ho la minima intenzione di andarci su domani!
Solito giro di lavaggi e piantaggi, un paio di birre ( tristesa profunda, qui la piccola è da 25 cl…., bis immediato ) e poi ho cercato informazioni su come cercar sdi “spiantare” il kobo che ieri sera mi ha piantato in asso mostrando mezza schermata. Prima di far eil rest con dati di fabbrica, consigliavano di fare reset con una clip/graffetta da infilare nel buchino apposito. Ora, ho dietro di tutto, ma graffette proprio no. Disegnandola alla reception me ne hanno data una ( dopo aver cercato di descriverla come un piccolo whirpool atto a tenere fogli ) ed ho scoperto come la chiamano i francesi o almeno il franzoso alla reception : trombonne . E in effetti simile al trombone si dai.


Km 70   h 1311m



5 commenti:

  1. Si, penso anch'io che è meglio risparmiare la fatica per la Bonnette, oltre 700 metri di salita da Jausiers e solo un posto panoramico di alta montagna.
    Tanto posti di interesse ne troverai a iosa, e le risorse fisiche vanno preservate.
    Salutassimo
    Vincent Drake

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  2. Carlissimo, ora ti ho agganciato e non ti mollo più! Sei tutti noi (e anche qualcuno in più)

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. ... comincia l'astinenza da ciclo mangione racconto...

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  5. ... comincia l'astinenza da ciclo mangione racconto...

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