17.07 Lorcha ( o
L’Orxa)
Partito da Valencia
mi son subito incasinato per uscire dal campeggio, andemo ben.
E poi non riuscivo
ad andare nel senso giusto, che a quanto pare la strada è l’ingresso
a Valencia per i pendolari; qualche ciclista in senso contratio si è
risentito, pur buttandomi fuori carreggiata ad ogni incrocio, ma alla
fine arrivato ad una rotonda ho fermato il traffico per me e per
conto terzi, che oramai eravamo in 4 a voler andare dall’altra
parte della strada.
E finalmente
cambiando strada anche un poco di silenzio; o meglio di rumore di
vento che oggi tanto e contrario in mezzo alle risaie e alle marcite.
Son passato per un
paesello che si chiama San Felipe Neri e poco dopo per il paese che
mi aveva indicato una coppia di colleghi come la mamma di tutte le
paelle, El Palmar. In effetti un paellodromo ogni qualche metro,
qualcuno lungo la strada principale del paese, la maggior parte lungo
una secondaria che ho preso e che corre lungo un canale. Sfiga però
fossero le 10 di mattina e quindi un dolcetto in panificio e via
verso nuove avventure.
Sempre in mezzo a
risaie che nemmeno nel delta del Mekong; e se non son risaie , arance
e mandarance.
Per il resto
brullissimo, ma il verde degli aranceti è bello proprio. E son anche
pieni di arance in nuce e devo dire che in questi giorni di Spagna ho
vevuto delle signore spremute; in tanti supermercati ci sta la
macchina spremiagrumi automatica ed uno si riempie le bottiglie va
alla cassa e paga. E son buone anche quelle che abbiam provato per
colazione.
Poi si comincia a
salire, che la strada per arrivare ad Alicante non usando
l’autostrada è un bel casino; spero di aver scelto bene il
percorso alternativo e così alla fine è stato, ma appena iniziato
PANICO!.
Che ben salire, ma
delle botte di 100 metri al 18% a spingere e sudare ( saran stati 50
metri, ma giuro sembravano 100) per poi ritentare a pedalare il 14% e
poi trovarsi una discesa da abisso e poi ricominciare di nuovo con le
pendenze ufo . E vogliamo parlar delle buche che mi facevano saltare
via una delle borse davanti ? Non son tornato indietro solo perché
avrei dovuto riaffrontare in salita gli abissi di discesa; e anche
perché sapevo che sarei arrivato prima o poi ad uno sterrato di ex
strada ferrata e quindi con pendenze affrontabili .
E alla fine è
arrivata, bella e basta. Si vabbè, il fondo in toule ondulè per
lunghi tratti, qualche tratto a sassoni, però tuttpo dentro una
valle ora stretta ora più larga, con torrente ( pieno di acqua!) a
fianco e tanto bosco e rocce. Bello e basta .
Però il pezzo
iniziale mi aveva fatto perdere un sacco di tempo anche con minisoste
per far evaporare il sudore. Arrivo però in una delle ex stazioni e
ci sta qualche cartello, uno di un ristorante e l’altro di un
auberge al servizio dei viandanti per Compostela, ma anche dei
ciclisti.
O continuo e rischio
di campeggiare nei boschi o mi fermo ? Mi fermo no !
E’ un ostello
diciamo, con camerate e letti a castello, ma tanto sarò l’unico
ospite della serata. Compilo da solo i moduli, rito di lavaggi, un
distendimiento rrrrapido sul letto e via a cercare il giusto pasto
unico.
Benon, il ristorante
del cartello è chiuso per turno; un altro ha solo le vetrine con
vendesi sopra, l’altro è un Bar Restaurante con più macchinette
mangiasoldi che tavoli, la scelta è fatta….
Chiedo se se puede
cenar, e il giovinotto mi dice che non hanno nulla; ci chiedo almeno
un panino e mi dice che ha finito il pane e mi propone noccioline,
che io capisco che con le scimmie abbiamo parentela stretta, però
insomma.
Alla fine mi dice se
va bene qualsiasi cosa trovi in frigo ed io nella mia migliore
imitazione di cane felice annuisco. Mi porta dei gamberetti al vapore
gelidi , 3 palline 3 di purea di patate con la aioilì, qualche
gioppino . Cerveza ? Ma cierto che si, in bottiglietta da 200cc…
Tristesa profunda, ma poi caccia fuori anche la bottiglia da litro e
allora benon, la si butta sul bere.
Di clienti ci siamo
io e 3 anzianotti con i loro caffè; sto spazzolando il tutto
leggendo che mi arriva una siorona di fianco e mi dice che ha portato
il pane, che ci voglio dentro ? Senza incertezza Jamon! E lei
rilancia con un poquito de cheso ? Seguro!
A metà panino mi
portano il conto, sgomberano i 3 sorveglia cantiere e mettono a posto
le sedie; e non sono nemmeno le 10. Sta a vedere che ho trovato una
enclave di spegnoli anomali, comunque finisco panino e birra, pago e
me ne torno all’ostello che il paese è nulla di lui. E’ buio
oramai e mi accorgo solo ora che ci stanno i festoni illuminati con
la scritta “L’Orxa in fiesta” . Sticazzi.
km 92 h 500 m
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