martedì 24 luglio 2018

17.07

17.07 Lorcha ( o L’Orxa)



Partito da Valencia mi son subito incasinato per uscire dal campeggio, andemo ben.
E poi non riuscivo ad andare nel senso giusto, che a quanto pare la strada è l’ingresso a Valencia per i pendolari; qualche ciclista in senso contratio si è risentito, pur buttandomi fuori carreggiata ad ogni incrocio, ma alla fine arrivato ad una rotonda ho fermato il traffico per me e per conto terzi, che oramai eravamo in 4 a voler andare dall’altra parte della strada.
E finalmente cambiando strada anche un poco di silenzio; o meglio di rumore di vento che oggi tanto e contrario in mezzo alle risaie e alle marcite.
Son passato per un paesello che si chiama San Felipe Neri e poco dopo per il paese che mi aveva indicato una coppia di colleghi come la mamma di tutte le paelle, El Palmar. In effetti un paellodromo ogni qualche metro, qualcuno lungo la strada principale del paese, la maggior parte lungo una secondaria che ho preso e che corre lungo un canale. Sfiga però fossero le 10 di mattina e quindi un dolcetto in panificio e via verso nuove avventure.
Sempre in mezzo a risaie che nemmeno nel delta del Mekong; e se non son risaie , arance e mandarance.
Per il resto brullissimo, ma il verde degli aranceti è bello proprio. E son anche pieni di arance in nuce e devo dire che in questi giorni di Spagna ho vevuto delle signore spremute; in tanti supermercati ci sta la macchina spremiagrumi automatica ed uno si riempie le bottiglie va alla cassa e paga. E son buone anche quelle che abbiam provato per colazione.
Poi si comincia a salire, che la strada per arrivare ad Alicante non usando l’autostrada è un bel casino; spero di aver scelto bene il percorso alternativo e così alla fine è stato, ma appena iniziato PANICO!.
Che ben salire, ma delle botte di 100 metri al 18% a spingere e sudare ( saran stati 50 metri, ma giuro sembravano 100) per poi ritentare a pedalare il 14% e poi trovarsi una discesa da abisso e poi ricominciare di nuovo con le pendenze ufo . E vogliamo parlar delle buche che mi facevano saltare via una delle borse davanti ? Non son tornato indietro solo perché avrei dovuto riaffrontare in salita gli abissi di discesa; e anche perché sapevo che sarei arrivato prima o poi ad uno sterrato di ex strada ferrata e quindi con pendenze affrontabili .
E alla fine è arrivata, bella e basta. Si vabbè, il fondo in toule ondulè per lunghi tratti, qualche tratto a sassoni, però tuttpo dentro una valle ora stretta ora più larga, con torrente ( pieno di acqua!) a fianco e tanto bosco e rocce. Bello e basta .












Però il pezzo iniziale mi aveva fatto perdere un sacco di tempo anche con minisoste per far evaporare il sudore. Arrivo però in una delle ex stazioni e ci sta qualche cartello, uno di un ristorante e l’altro di un auberge al servizio dei viandanti per Compostela, ma anche dei ciclisti.
O continuo e rischio di campeggiare nei boschi o mi fermo ? Mi fermo no !
E’ un ostello diciamo, con camerate e letti a castello, ma tanto sarò l’unico ospite della serata. Compilo da solo i moduli, rito di lavaggi, un distendimiento rrrrapido sul letto e via a cercare il giusto pasto unico.
Benon, il ristorante del cartello è chiuso per turno; un altro ha solo le vetrine con vendesi sopra, l’altro è un Bar Restaurante con più macchinette mangiasoldi che tavoli, la scelta è fatta….
Chiedo se se puede cenar, e il giovinotto mi dice che non hanno nulla; ci chiedo almeno un panino e mi dice che ha finito il pane e mi propone noccioline, che io capisco che con le scimmie abbiamo parentela stretta, però insomma.
Alla fine mi dice se va bene qualsiasi cosa trovi in frigo ed io nella mia migliore imitazione di cane felice annuisco. Mi porta dei gamberetti al vapore gelidi , 3 palline 3 di purea di patate con la aioilì, qualche gioppino . Cerveza ? Ma cierto che si, in bottiglietta da 200cc… Tristesa profunda, ma poi caccia fuori anche la bottiglia da litro e allora benon, la si butta sul bere.
Di clienti ci siamo io e 3 anzianotti con i loro caffè; sto spazzolando il tutto leggendo che mi arriva una siorona di fianco e mi dice che ha portato il pane, che ci voglio dentro ? Senza incertezza Jamon! E lei rilancia con un poquito de cheso ? Seguro!
A metà panino mi portano il conto, sgomberano i 3 sorveglia cantiere e mettono a posto le sedie; e non sono nemmeno le 10. Sta a vedere che ho trovato una enclave di spegnoli anomali, comunque finisco panino e birra, pago e me ne torno all’ostello che il paese è nulla di lui. E’ buio oramai e mi accorgo solo ora che ci stanno i festoni illuminati con la scritta “L’Orxa in fiesta” . Sticazzi.

km 92 h 500 m

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