18.07 Sant Joan
d’Alacant
Oggi salita in tutte
le salse, piccola, grande, falso piano, falsissimo piano, salitazza,
tornanti, su e giù. Ancora qualche pezzetto di ex ferrovia, qualche
pezzo di sterrato, ma la salita con caldo e fatica domina su tutto.
Con salita finale che cambia destinazione, volevo farne una ma è
vietata alle bici e si chiama autostrada e allora via per l’altra
che esibisce il cartello 5% ed è vero, solo che lo è praticamente
dall’inizio alla fine. Tante piccole soste, qualcuna grande anche
per mangiare qualche biscotto, piccoli sorsi di acqua ( e meno male
che ho portato dietro il maggico thermos che mi ha fatto conoscere
Piero in Islanda e che tiene bene pure il fresco) e pedalare.
Mi rendo conto a
fine giornata che alla fine ho fatto una sola foto in cima a quota
1020, con davanti l’anfiteatro dei primi avvisi di deserto e serre
ed in fondo palazzoni e colli a pico sul mare che mi fanno intuire
Alicante meta di oggi.
Alicante è uno dei
puntini che però salterò; ci volevo passare che ero in queste zone
e quindi un saluto alla ex collega Yahima , my hermanita, mi sembrava
il minimo. Però lei non ci sarà, ho bucato di 1 giorno
l’appuntamento limite; è a Barcellona per un corso, robe di
lavoro.
Mi manda però il
numero dello sposo, Giorgio che tenterò invano di contattare.
Comunque, passata la
sudata vetta giù in discesa come i caccia o quasi, che stavolta ci
sono rettilinei infiniti con curvone in fondo e quindi a manego!
Praticamente 25 km
di discesa ininterrotta, poi su e giù e quindi discesa e quasi
pianura . A metà discesissima un posto d’antan e figurati se non
mi ci fermo. Una coppia di qualce anno più di me, l’interno che sa
di camino, gola di birra infinita ma devo tener duro che manca ancora
un bel po'. Chiedo una aranciata, gnada, muy granda; il tipo
scompare dietro la tenda di fettucce, d’antan pure quella, e torna
con un bicchierone colmo di ghiaccio tritato e spremuta di arancio.
Meraviglia, ed io che bramavo ad una vlgare fanta giusto per il
fresco e per gli zuccheri.
Se salendo pensavo
facesse caldo, man mano che cala la quota mi arrivano vampate di
calor, muchissimo calor; Alicante e dintorni sono un casino , mi
fermo al primo campeggio utile che potrebbe essermi utile per andare
a trovare Giorgio senza fare ore bastarde.
E invece alla fine
cambio programma, niente vita sociale ma anche niente voglia di
pasto autogestito, stasera si va di restaurante, in tutti i sensi.
Cozze al vapore,
insalata di pomodori, cipolla e olive e sazia porzione di patate con
la salsa aliolì; occhi più grandi della panza e faccio fatica a
finir e tutto, che le porzioni non sono da assaggio. Ah si, doppia
pinta di birra gelata e poi 1 oretta a rotolare in giro per cercare
di far iniziare la digestione. Senza risultati apprezzabili peraltro.
km 84 h 1070 m
19.07 San Miguel de
Salinas
Tappa noiosa in giro
per le pianure cercando di evitare le urbanizationes; poca salendo
voglia di pedalare a lungo, che ci stanno i soliti infiniti su e giù.
In giro sempre più brullo, sempre più palme e fichi d’india. Per
non impelagarmi troppo alla fine decido per la statalona, che ha poco
traffico e una signora corsia in parte e poi in seguito le ciclabili
da un paesetto ( urba*.*) all’altro. Momento di gloria della
giornata da una macchina in corsa una ragazza mi ha urlato “HERMOSO”
. Si , lo so che non è vero, ma mi ha rallegrato la giornata e fatto
mangiare un 2 moscerini a forza di ridere.
Fa caldo e non è
che il percorso aiuti a distrarsi, o la costa con le infinite
urbanizzazioni pro turisti o la statale più interna che come uniche
distrazioni da l apresenza di ciclabile che va da un aparte all’altra
oppure scompare del tutto o si infila verso la costa . Ma dove verso
la costa ? Ma verso le urbanitzaciones no .
Momento topico della
giornata la coppietta beccata mentre percorrevo un pezzo di strada
chiusa al traffico, credo la vecchia statale con le vecchie rotonde;
mi ci ero infilato in mezzo per evitar casino e salita e vedo due
macchine imboscate e dopo poco la coppia. Visto il posto, l’ora (
verso le 14), che stavano a fare, considerata la maliziosità e pure
l’invidia, sicuramente clandestini ( mariuana illegal).
Becco l’indicazione
di un campeggio e mi ci fiondo, è prestino per fermarsi, ma non
tiengo pasion.
Il campeggio sembra
ufo, ci sta un atipa logorroica davanti a me che discute di non so
cosa, non ho voglia di cercare di capire; ma il dramma è che non la
finisce più. Esco all’aria, rollo una sigaretta, me la fumo,
finalmente la mitragliatrice esce, entro e suona il telefono, benon,
Finalmente mi cacano, il prezzo un affarone 27 euro diobono, ma vabbè
li pago che tanto stasera cena autogestita e ci stanno il
supermercato e la piscina. Pago, e scopro che il supermercato non è
chiuso per l’ora ( come pensavo) , ma il tipo che lo gestiva è
scappato con l’amante il giorno prima , lasciando oltre al
supermercato la famiglia. Ah ben.
Lavaggi e poi
piscina; acqua tiepida diobonazzo. Vabbè, qualche vasca fa piacere
lo stesso che per la meritata birra mi tocca di andare in paese,
troppo lontano per andare a piedi e allora bici per quei 3 km. E in
quei 3 km, 5 prostitute con la loro bella sedia di plastica e
ombrellone.
Ora, non so cosa
combino tra le pareti domestiche sti spagnoli, ma trombata illegal
alla grandona.
Prendo birra e pane
pomodoro e jamon e via come un caccia che mi si scalda la birra; mi
piazzo con il seggiolino, taglio, imbottisco, stappo, primo sorso di
birra aaaaaaah, do un morso e arriva un sioretto over 80 che taca a
parlar. E’ il mio vicino di piazzola ( un misto tra roulotte e
casetta di legno), si presenta come cicloviaggiatore di lunga data,
mi chiede se voglio una sedia o un tavolino, mi racconta dei suoi
viaggi con la moglie, che adesso da qualche anno ha un gatto e non lo
vuole lasciare da solo nemmeno un minuto etc etc etc . E il paninone
intanto è li che mi aspetta…
Forte il tipo
comunque , 86 anni e la bici non la molla anche se non ha più la
forza per i viaggi lunghi; ma gli mancano, gli manca il dormire in
tenda dove capita, fermarsi il pomeriggio versole 5 per il teino di
rito ( inglese 100%) , gli ho buttato li l’idea della e-bike che
tante meraviglie da non solo ai pigri, ma anche a chi nun gliela fa
più ma ci piacerebbe ancora.
km 88 h 500 m
20.07 Isla Plana
Ecchè l’inglese
mi molla così senza salutarmi la mattina presto mentre io finito di
mangiare qualche biscotto DEVO andare in bagno ? Ma cierto che no!
Questo giro le foto dei viaggi passati sul tablet e non ho avuto
cuore di dire che dovevo andare in bagno; ho tenuto duro, molto
duro, ma ce l’ho fatta per almeno una mezzorata. Poi prendendo la
carta in mano l’ho salutato e camminando alla Charlot sono andato
in bagno.
Paese che vai, nostalgici che trovi
Solita strada un po'
noiosa in mezzo a panorami già visti e rivisti; help on the road ad
un belga che ha la ruota che si sgonfia, non ha la pompa ma le
bombolette e si è rotto il l’adattatore della bomboletta. E poi
arrivo a Cartagena, dove i Barca son partiti con elefanti per rompere
i pall ai romani.
E’ Bella Cartagena, qualche parte sgarrupata come
Napoli, qualche parte parimenti bella come Napoli, qualche scavo
visibile del decumano , del foro , tratti di mura puniche, qualche
traccia di liberty, santi ovunque.
E passata Cartagena salita
orribile, ma poi discesa meravigliosamente lunga e diritta, poi piano
e vento, crisi di fame e su e giù . Comincia la zona delle serre imn grande stile.
E di nuovo mare, raido bagnetto
e poi via alla scelta del campeggio. Poi solita serata, ma cedo alla
panza e provo una pasta ai funghi; male me ne colse, tutto
rigorosamente in busta, ma dopo 1 mese senza pasta ho ceduto. Mai
più.
km 84 h 730 m
21.07 Alguilas
Giornata di quasi
riposo, mi son svegliato tardi grazie al risveglio notturno per famiglia
spagnola arrivata in campeggio dopo le 23 e con bambine arzille
nemmeno le avessero dopate. Tra il diesel, i colpi di martello per
piantar tenda e le terribili che giocavano e squittivano ( senza che
il genitore dicesse un qualcosa) mi son svegliato che per una volta
il campeggio era bello silenzioso.
Po ben, allora oggi
tappa corta che tanto ci sarò salita e allora anche qualche
telefonata che è un po' che non mi faccio sentire e adesso il
roaming ha costi umani. Tappa corta si, ma tanta salita che andare
lungo la costa non è proprio possibile se non a tratti. Quindi si
deve riandare verso l’interno, scavalcare montagnette e colline e
poi riguadagnarsi la costa riattraversando i colli. Non roba tanto
alta, ma la pianura poi non è poi così pianura come si vorrebbe. E
caldo sempre più caldo e mosche che si fanno sempre più attive;
anche a 12 kmh riescono a starti dietro e farti solletico ( oltre che
un poco di schifo). Il panorama è sempre più desertico,
coltivazioni tutte in agglomerati biblici di serre. Solo ogni tanto
qualche piantagione di mandorli o ulivi , tutte rigorosamente con
irrigazione a goccia, il resto sembra di essere in un cartone di
Willy Coyote, mancano solo i cespugli che rotolano. E caldo caldo,
che in piano si suda si, ma appena si sale diventa feroce la
sensazione di zampillio dei pori . Occhiali con visibilità
cataratta, schermo del gps con cristalli di sale. Appena mi sentirò
dire “si, ma è caldo secco” la mia mano correrà al revolver..
Campagna zen
Che poi in discesa
carico come sono e per poter seguire le curve mi tocca di andare
sempre frenato, fortuna che per la strada scelta il traffico è poco
e qualche volta riesco ad impossessarmi di tutta la strada per
scaricare l’immensa energia potenziale in cinetica. Che la dinamo
deve funzionare bne per caricarmi la batteria tampone, e ciò!
IL campeggio
prescelto non esiste più e quindi vado avanti fino al successivo,
che sarei stato anche per puntare più in la di un 20 km. Ma poi le
sirene di birra gelata e rumori di piscina mi hanno convinto anche
questa volta .
km 60 h 716 m
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