giovedì 26 luglio 2018

22.07 - 26.07


22.07 Sorbas




Oggi il progetto sarebbe stato Tabernas, mitologica zona degli spaghetti western, un altro dei puntini. E invece Sorbas in un alberghetto economicissimo , ma va bene così che tanto salita ne abbiam fatta bastante, caldo ha fatto da compagno fedele, dopo anni e km ho perfino bucato, dopo quasi 1 mese ho parlato italiano per un 3 piacevolissime ore.
Partito dal campeggio anche presto, il progetto era sveglia alle 06.30, abluzioni e operazioni di sgombero e poi via. Come nelle migliori tradizioni, spento la sveglia ( sarei anche in ferie no?) e alzato dopo le 7 e partito poco dopo le 8. Colazione al primo supermercato aperto e poi via per gli infiniti su e giù in questa Andalusia che è quasi deserto, ma con tante serre e con delle oasi verdi di agrumi e olivi. Ed è anche tutta un deja vu di panorami di western, piccole gole , picchi improvvisi, calanchi e terre ed argille friabili ovunque. Questo dopo un bel tratto di costa con cementificazione selvaggia, che qui mica si scherza.






















Qualche sosta mignon per bere, stare fuori sella, mangiare qualcosa , far asciugare il sudore , fumarmene una, stare un pochino all’ombra; si apprezza in questi momenti la differenza tra lo stare in pieno sole e sotto un ombra magari con un filo di vento, sembra di accendere l’aria condizionata.
Poi vedo un’oasi, pini marittimi ai bordi della statale non trafficata, tutta all’ombra e pure con panche e tavoli; mi ero fermato da poco, ma come non approfittare di questo ben di dio!
Mi fermo, torno indietro, mi piazzo, mangio qualcosa e mi svacco mentre cerco in internet info su Tabernas, campeggi & C quando arriva un altro cicloviandante. Ci salutiamo con il canonico “ola”, sbagaglia un qualcosa e mi chiede se puede metterse accanto a migo, ma cierto que si.
Ci chiediamo di dove siamo , io dico italiano e lui mi risponde in italiano che è brasiliano. Conosce l’italiano che è stato un po' a Roma e devo dire parlassi così io il portoghese farei domanda subito all’Onu.
E’ in giro da molti mesi, è sui 12.000 km e però conta di starsene in giro per il mondo per qualche anno ( sigh) fermandosi giusto nella stagione brutta per quella zona del mondo per fare il suo mestiere : il mastro birraio. L’ultima sosta lunga in Belgio, patria di elezione dei birrifici artigianali e poi via su dalla Norvegia per poi passare in Finlandia, quindi in Russia, poi giù per i paesi baltici e poi Germania, Francia , nord della Spagna, Portogallo e adesso farà una parte del mio percorso inverso per arrivare in Italia e poi si vedrà se fermasi li per lavorare in qualche birrificio o che altro per poi continuare.
Ha una pagina su Fb ( Pedlar Project, merita farci una visita), il progetto di viaggio è sontuoso e devo dire che mi ha anche titillato conscio ed inconscio sull’aver inziato il percorso per una nuova vita professionale e non solo; in fin dei conti la birra si fa dappertutto e da millenni, ma anche cucinare si fa ovunque e da millenni no ? Paese che vai, birra cje trovi; ma la birra la berrai pure mangiando qualcosa nes pa ? Io sente nuofa linfa vitalen rifluire in me.
E poi concidenza abbiam pure la stessa bicicletta , la Cinelli Hobo. Ma dime ti.
Tre ore, circa che non ho misurato, passate in modo piacevolissimo; all’ombra, con un venticello che rinfrescava, seduti comodi e non in mezzo al casino, parlando di progetti e vite, di cose viste, assaggiate ed annusate, cose da evitare o che piacerebbero; è stata dura riprendere, ma alla fine la strada chiama, per me da una parte, per Tiago dall’altra.
E sali scendi, sali scendi, sono andato a lato strada per fare una foto; riparto e sento un flap flap dalla ruota davanti. Mi fermo e vedo che ci sono delle spine infilate nella gomma, le tolgo e riparto, però qualcuna se ne è rimasta attaccata e giusto ai lati dove la protezione antiforatura latita. Pensiero di sfuggita “ ma sai che sfiga se buco proprio adesso in discesa, che son oramai le 18, si pedala con la luce ma senza il caldone feroce”; in discesa e per di più in curva, manco mal che per una volta non ho preso la discesa in piena . Stop con oddiooddio qui balla tutto, scarica bagagli, smonta ruota, caccia camera d’aria, cerca buco , trova un buco, ripara il buco, prova se camera tiene e non tiene e allora fanchiulo monta camera d’aria di scorta che altri buchi si troveranno domani, rimonta tutto e riparti e mo che famo ? SI punta a Tabernas o ci si ferma prima ? Cerca sul gps e in effetti si trova da dormire anche prima e quindi eccomi a Sorbas, in mezzo alle cueve ed ai barrancios che sanno di west e a pochi km da Tabernas e dalla Sierra Nevada che saran salite e dolori per arrivare fino a Granada, altro puntino con l’Alahambra.

km 76 h 1010 m


23.07 Almocita













E in effetti i set di Tabernas son parchi a tema e quindi me ne sono tenuto al di fuori. Però i paesaggi son impressionanti, fin poco prima dei tratti di verde, poi basta. Calanchi, sabbia, sassoni, mancano solo i saguari ed i cespugli che rotolano ed è fatta. Anche un bipbip dai.
E purtroppo è anche discesa, quindi poi sarò dura risalita…
La roccia non è roccia e non è nemmeno tufo, ma spesso le abitazioni ai lati della zona desertica son mezze dentro la montagna e mezze fuori, un po' come a Matera e dintorni.
E intanto si sale ed aumenta il verde, di poco però il verde.
E poi si scende per poi risalire. Mi aveva detto Tiago che come salite non sono impossibili e in effetti al massimo sul 6%, ma una tira l’altra e alla fine sfiancano che alla fine mica ci sta il piano, si scende un pelo per poi risalire.








Si nota la presenza di acqua, verso i 700 metri di quota ricompaiono le fontane a disposizione e l’acqua non è più desalinizzata, non è freschissima, ma meglio bella brodaglia tiepida salatina e schifosetta trovata negli ultimi 10 giorni. Ho visto che ci sta un campeggio ad 30 km da dove sono, sono le 14 e fa un caldo becco. Mi piazzo sotto 3 pini marittimi per un paio di ore per cercare non dico il fresco , ma almeno di non cuocere, tanto son solo 30 km. Solo ? Più di 3 ore dopo arriverò sfiancato nel campeggio, dopo aver raggiunto i 1000 metri, per poi tornare ai 500 e risalire ( con su e giù) agli 800, campeggio spartano e con poca gente , quindi si dorme senza casino!
A parte alle 6 di mattina i campesinos che attaccano il lavoro dei campi naturalmente.
Nota di folklore : essere chiamato “caballero” non ha prezzo.

Km 80 h 1230 m


24.07 Orgiva

Si parte dal campeggio ed è subito salita. E discesa e salita e tanta salita e discesa. Però le punte arrivano agli 11 % diobonazzo. E poi dai poco ltre 1000 si scende ai 500, ma mica di brutto. Ne ne ne, troppo facile, si scende di 100 e si risale di 80, poi di 50 e si risale di 30 e così via. Poi si risale ad oltre 900 e con meccanismo ancora più perverso di sali e scendi e dentro e fuori dalle gole delle vallate finalmente si arriva ad un altro picco da cui si scende per poi risalire.




E in lontananza le cime principali della Sierra con ancora qualcosa di neve


Piangere non si può che tutti i liquidi servono, tornare indietro nemmeno che giustamente scenderei di 30 per poi risalire di 50 etc etc , e poi me la sono scelta io e mi do del mona in solitaria e impreco contro gli ingegneri spagnoli che quando han rifatto la strada ( che è fatta bene, con corsietta per le bici) han tenuto in mente solo i temibili scalatori spagnoli e non i ciccioni italiani con bagaglio. Uffa.
E per di più nessun albero tattico a disposizione . L’acqua comincia a scarseggiarmi, nel thermos pochina e nella bottigliona è oramai calda. Po ben, tanto ci sta un paese a 7 km. Infati, però per arrivarci bisogna fare una uscita dalla strada principale e fare una piiiiiiccola via in A0 per arrivarci; e allora si punta al prossimo paese, stessa roba solo che stavolta la stradin aper arrivare al paese è un abisso da cui bisogna risalire. Poi il miraggio, un benzinaio di quelli belli grandi Repsol che hanno frigoriferi colmi di ogni ben di dio e temperatura interna prossima allo zero assoluto.
Entro, traccheggio per cedere calore e alla fine prendo bottigliona di acqua e una bottiglia di una specie di gatorade al limone che non è male. Acqua da 2 litri, simil da 1.2. Nel thermos metto mezzo e mezzo quindi 300+300 ml, rabbocco la bottiglia da 1.5 , bevo a grandi sorsi veloci il rimanente. Si riparte, sempre piccole soste per far respirare i chiapponi e far asciugare un pelo il sudore, che non fa caldissimo, solo caldo, ma la salita non perdona.



L’ultimo pezzo per fortuna sarà quasi solo discesa fino al paesello dove ci sta il campeggio, la tentazione di fermarmi prima c’è sempre stata, ma punterei ad arrivare presto a Granada così magari visto subito l’Alahambra e sparagno un giorno.
E visto che sarà solo discesa ( o quasi) mi fermo in un bar restaurante e mi regalo un bel radler; saranno le 16 passate, ma ci sta ancora gente che mangia; il posto è di quelli giusti, ci stan 3 prosciutti appesi con un ciotolino appeso sotto per raccogliere il “sudore” dello jamon stagionato, 2 operai al banco che mangiucchiano bevendo un generoso taglio, un paio di rappresentanti ai tavoli con tovaglie di carta.
Mi siedo fuori con la bottiglia e mi segue il cameriere che mi porta la tapa omaggio : un piattino di peperonata FUMANTE con pane. Declino ringraziando e sperando che non si offendano, ma proprio nun gliela facevo .
Via discesa, gli ultimi 8 km fino al campeggio, il gps mi da indicazioni di attraversare il torrente guadandolo e mi da pure l aposizione sbagliata del campeggio. Ma poi si trova e olè, senza nemmeno far doccia o montare tenda, subito il bottiglione da litro di cerveza gelata mangiando pane e formaggio. Poi con calma tutte le operazioni e finalmente ci sta il wifi anche se va a singhiozzo; usando le parole giuste e nominando un certo numero di santi e divinità riesco a pubblicare qualcosa tra la sera e la mattina. Il cellulare non fa altro che cercare di scaricare aggiornamenti su aggiornamenti e fare backup. Alle 22 passate spengo tutto e crollo sul materassino, i 2000 di dislivello discontinuo li ho sentiti tutti quanti.


Km 82 h 2014 m


25-26.06 Granada

SI parte tardi verso la meta, mi fan male le gambe e si riparte direttamente in salita e anche oggi sarà su e giù. Niente da segnalare a parte il caldo, che faceva caldo anche in mezzo alla Serra Nevada, ma qui di più e quando ci sta un filo di vento è caldo e non più fresco. Però via dai son “solo” 50 km o poco più e con discesa finale anche oggi.
Io speravodi far veloce, ma le gambe son stanche da ieri e non riesco a tirare un poco; alle porte di Granada visto che oramai son passate le 15 ho gola e bisogno di qualcosa di fresco. Dalla sinistra mi arriva un profumo di pesce fritto che mi fa venire fame atavica istantanea , poi vedo l’insegna Marisqueria. FREEEEEN, mi fermo e intanto che decido una birretta ci sta, e insieme al abirra mi portano la tapa comresa, risotto rosso di gamberoni e vongole. Più che mangiato lo ho aspirato.
Poi con gugl decifro la lista e scelgo per il “Cazon de cuevo”, che poi son bocconcini di pesce pastellati all’aglio e malamente scelgo per la porzione normale e non per quella ridotta vista la fame. Ordino un’altra birra e zacchete, prima ancora di portare il cazon ( scelto anche per il nome che fa rima con me) una altra tapa offerta dalla casa , pesce fritto con di contorno verdure sbollentate all’aceto e un pezzo di pane; dio se mi hanno ricordato il balik ekmek di Bisanzio!
Poi ariva la montagnetta del cazon che non riesco a finire. Satollo e pitonato chiedo un’altra birra e il cameriere struccandome de ocio mi butta li “ una otra tapacita?” AAAAAAGH!
Incerto se mettermi a piangere o simulare malore declino. Bevo lentamente la birra confidando che il bolo passerà a miglior vita pian piano negli ultimi km.
Pago, 16 iuri…., riprendo la bici nel piano del caldone che qui non è più dalle 14 alle 16, ma dalle 15 in poi, mi faccio sti ultimi 7 km boccheggiando e burpando.
Arrivo nel campeggio che è quasi in centro e scopro che è a ranghi ridotti, non ha più la piscina e nemmeno lo spaccio, ma tanto poco distante ci sono 2 supermercati. Ma la pitonaggine mi fa semimontare la tenda bevendo una pepsi presa alla macchinetta, finire l’acqua ancora fresca nel thermos, riprendere una altra pepsi e quindi una bottiglietta di acqua sempre dalla macchinetta del campeggio. Quindi operazioni di incollatura della tenda che sta mostrando i suoi anni e le termonastrature stan cedendo , poi doccia e quindi un the freddo e acqua “fresca” di rubinetto. Quindi steso sul telo a dormicchiare e alle 20 di corsa al supermercato per? Ma per prendere da bere roba fresca no ? Mai più sosta per pesce fritto di pomeriggio in estate al di sotto del circolo polare .

Ma nessuna foto ? tutte per oggi, che è il 26. Però il pezzo pregiato me lo sono perso e toccherà tornare; le visite si devono prenotare ( e si può fare con mesi di anticipo...) visto il grande successo e la poca capienza. Ieri sera l'ho scoperto ed ho cercato qualche agenzia che fornisse il pachetto, ma niente da fare. I palazos Nazaries hanno capienza limitata e la prima data utile sarebbe stata tra 3 giorni, pazienza.
Si prende il meglio che si può e val la pena la visita di tutto il resto, è un'oasi magnifica di verde e fresco, nonostante la quantità imbarazzante di persone si riesce anche a trovare ogni tanto qualche angolo tranquillo, asiatici invadenti e stranamente maleducati. Qualche fotarella




















































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Anche il quartiere alle pendici della collina dove sta la cittadella è molto bello; ho gironzolato qui e la ma non ho fatto foto, il caldo stava già uccidendo le mie capacità cognitive. E quindi tinto de verano ( vino + gazzosa + limone e ghiaccio) e 2 tapas e ombra dopo ombra verso il campeggio per doccia .
TRovato in campeggio tetesco di Monaco ancor a più panzone di me ed anche lui in viaggio solitario. Però è arrivato a Malaga in aereo e ripartirà da li tra 1 settimana. Molto colpito anche lui dal prezzo della birra ma soprattutto da caldo e salite, pensava di fare un giro ma si è ridimensionato molto . Parlando dei giri cha fatto in Italia, dice che siamo matti a far pagare una birra 6-8 euro; l'ho appoggiato incondizionatamente.
Domani niente Siviglia, torno verso la costa in direzione Malaga che farmi oltre 4000 metri di dislivello con caldo becco nessuna voglia. E poi vedo che fare per arrivare in Portogallo.



km 62 h 916 m

2 commenti:

  1. Che sapore di fresco e gioventù l'incontro con il compagno di "pedlar", i viaggi servono anche a far germogliar idee!

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  2. Ciao Carlo, è stato un piacere conoscerti, seguirò il blog con gusto. Non spendere troppe bestemmie per il sali e scendi dell’Andalucia, tienile per il nord della Spagna!
    In bocca al lupo per il resto del viaggio e se vuoi consigli birrari soprattutto quando arrivi nelle Fiandre puoi contattarmi!

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