06.08 Barragen de
Morgavel ( dintorni di)
Oh, sarà stata la
nottata insonne nel campeggio fetente, sarà stato il ventaccio
maledetto, sarà stato il bacalao, la bottiglia intera di vinho verde
gelato impossibile, però un ronfatone spaziale. E dopo una 10ina di
giorni ho dormito pure dentro il sacco piuma. Anzi, mi son svegliato
di notte con i brividi, lo ho estratto e mi ci son ficcato dentro
soddisfatto; aaaah che gioia l’aria fresca dell’oceano.
Fastidiosa mentre si pedala che sembra sempre salita, ma che
soddisfazione di notte.
Sveglio alle 7 butto
occhiofuori dalla tenda ed è quasi luce, quasi che mi sembra di
avere cataratta. Mi rigiro e do la colpa allo stupendo vinhello, dopo
poco arriguardo fuori ed è sempre cataratta. O meglio, nebbia; e
nebbia con il vento che non mi era mai successo.
La poderosa
nebbiolina nominata in tanti racconti e romanzi ! Emozione. Freddino
però e mi tocca di aspettare che si alzi per far su armi e bagagli.
Dopo una orata
abbondante decido che ok, ha vinto la nebbia e la roba si asciugherà
stasera e strada facendo. Parto e tornando sulla strada ripasso
davanti al santo posto che mi ha, insieme al paesaggio, riconciliato
con il Portogallo. Meno mal che è chiuso, altrimenti almeno un caffè
( non verde) me lo sarei bevuto volentieri. Sulla strada la nebbia
non ci sta, ma guardando verso la costa il grigio è sempre li; e il
vento che ha soffiato per tutta la notte, soffia ancora bello teso.
Si va , pochi
tratti in piano, tutto su e giù; provo a tornare verso la costa, ma
niente da fare, sempre nebbiolina e il vento è ancora più forte.
Via spingendo sui
pedali guardando all’orizzonte se ci stanno alberi che un poco
proteggono, la fregatura con gli alberi è l’effetto Venturi quando
il vento ha la stessa direzione del tunnel alberato, come essere
nella galleria del vento.
Avrei voluto andare
più avanti, ma son lesso dalla stanchezza; anche in discesa mi tocca
spingere sui pedali, solo quando è bella pendente mi ci rilasso, ma
poi in genere vuol dire che la salita successiva sarà parimenti
pendente…
Punto al campeggio
più vicino, spartano ma va bene così. Il mio vicino di tenda è
pure lui in bici, lo saluto , risponde e poi si gira. Miiiii, uno più
orso di me!
Voglia di spentolare
non ne ho, ho da almeno 2000 km una busta di risotto in borsa , del
couscous da fare, ma ci sta vento pure nel campeggio e si alza sabbia
e non ho punto voglia di fare con i denti lo stesso rumore della
catena. Mi butto sul triste bar del campeggio e invece sorpresa delle
sorprese mi stupiscono con non so cosa mi hanno detto fosse, io avevo
chiesto solo “datemi qualsiasi cosa da mangiare che va bene tutto”
( che il tipo davanti a me gli aveva sfracassato gli zebedei
chiedendo in inglese come cuocevano il riso, si perché a lui piaceva
fatto così e non in altro modo e quindi se per cortesia etc etc ) .
A me han detto una cosa in portoghese ed ho solo chiesto che tipo di
carne fosse e mi han risposto “porcu”; che bello non essere
mussulmani o ebrei praticanti.
Ben po', uno
spezzatino di maiale e vongole con il pomodoro che apriti cielo se
era buono. E contorno patate arroste e riso cotto come cavolo
volevano loro e con una spezia che non ho riconosciuto. Stanchezza e
fame certo, ma l’accostamento nemmeno pensato mi ha conquistato.
Grande Portogallo!
Peccato solo non
avessero vinho verde….
km 81 h 580m
07.08 Vile Nogueira
de Azeitao ( dintorni di)
Diobonazzo quanto
vento!
Per un po' nascosto
dagli alberi, ma alla fine son andato di penisola e li nessuna pietà
e scampo.
100 km di parolacce
a me e a chi me lo ha fatto fare ( sempre io) .
Tanto traffico fino
ad un certo punto poi io sono andato per una penisola per prender poi
traghetto ed è calato di brutto. Ma il vento contrario sempre li
bello bello a spettinarmi tutto .
Lo pozzino cecallo
Eolo e famiglia.
Sempre piacuda
Ad ogni delta risaie, ciapa là cinesi!
Ho provato anche
strade alternative sterrate in modo da beccare più alberi, ma era
sabbia fina e ci sprofondavo, provato più verso il mare e son
riuscito a fare ben 3.6 km in mezz’ora.
Per le minisoste il
problema non era tanto trovare ombra o da sedere, ma un cencio di
riparo dal vento. Almeno bello il paesaggio pur lontano dal mare,
dune antiche se ho capito bene un paio di cartelli, pieno di pini
marittimi con tratti di eucalipti e quindi insieme al vento
arrivavano veloci i profumi. Sole pieno ma fresco, sui 25 gradi e
quindi de dio dopo le esperienze mistiche degli over 40 gradi,
nessuna fata morgana dall’asfalto, ma Stalvio dall’inizio alla
fine.
Ho incrociato
cicloturisti felici in direzione contraria, ma tanto tanto felici !
E anche una
famiglia di 5 pazzi, anzi , meglio dire che i pazzi erano i genitori
con 3 figli in età pre o adolescenziale tutti in bicicletta.
Genitori stratacarichi, borse piccole per i figli. Il padre in cima
alle borse posteriori aveva caricato uno di quelli che sceglieranno
la sua casa di riposo, la moglie che di traverso portava la
bicicletta di quello che darà il parere per staccare il supporto
vitale. Un mito!
Si arriva alla fine
della penisola, attesa per prendere il traghetto e dentro il
traghetto finalmente basta vento. Ma la traversata dura poco, poi si
riparte per su e giù per cercare di arrivare verso Lisbona, ma non
gliela faccio più, son stracotto e allora si punta ad un campeggio
che più o meno è di strada. Devio per il campeggio frenando a metà
discesa alla Villeneuve ( sigh) e di nuovo su e giù per il campeggio
che è in mezzo ai boschi. Piccole proprietà signorili ma anche case
di contadini che fan vino ( verde ???) e arrivo ad un abisso stretto
stretto , sarà almeno un 18% e mi tocca farlo frenando a chiodo che
la strada è un budello avvitato; dal ogliame intravedo la salita
successiva e allora mollo tutto, scalo tutto, mi alzo sui pedali e
STRAARGHSWZGNNNnnnn ci provo , ma è al di la dell’umano con le borse.
Riesco a scendere dalla bici senza danni e a fatica ce la faccio a
spingere bici e basto al di la dei 30 metri letali. Il gps mi dice
23%, a me sembrava un II grado classico.
Poi prosegue con
saliscendi sul 12% ma solo per 2 danatissimi ultimi km.
Al campeggio trovo
simpatico veciotto che dopo aver visto i documenti mi chiamerà Carlo
ogni volta che mi incontrerà, check in si farà domani mattina che
adesso non ha voglia.
Anche stasera punto
voglia di spignattare che è tardi e sono stanco , porco alla
piastra, riso pilaf e patatelle fritte, il menù del giorno; comprese
3 birre fanno 8 euro….
km 99 h 900m
08.08 Areia
E si riparte
affrontando le prove di Ercole a muscoli freddi, fatto il check in
con calma e son 7.5 iuri, praticamente con una notte in costa del sol
mi ci pago la settimana qui. E divertendomi, salite assassine a
parte, pure di più che nei dintorni è pieno di sentieri e il
campeggio pullula di mtb e li becco anche in giro. Ad un certo punto
scollino e in lontananza vedo case su case su per ripide coste :
Lisbona! Pensa l’ingenuo .. E invece no, ce ne manca per arrivare
alla costa per prendere il traghetto per Lisbona, pensare che ieri
sarei voluto arrivare più in la possibile per vedere Lisbona
illuminata di notte da lontano. Vabbè, prossima volta e meno male
che non ho fatto foto alla presunta capitale.
Che ci mancano non
tanti km, ma densi; dopo la campagna, lasciano perdere le salite,
alla fine ci sta una paradisiaca serie di discese fino ad arrivare
alla città con sobborghi che in cima ha il porto con i suoi bei
traghetti. Anche i ponti per Lisbona, ma quelli credo siano solo
autostradali e dopo la cazzata fatta tra Spagna e Portogallo vado sul
sicuro.
A fatica e con su e
giù in mezzo al trafficone, passando da strada a marciapiedi in
sanpietrini bianchi alla fine si arriva a vedere Lisbona, enorme ed è
solo la prima fila di case. Biglietto, coda, salgo e insieme a me
sale un tipo con conchiglia di Santiago, mtb e per il resto uomo
immagine Decathlon. E’ spagnolo, è partito dal sud del Portogallo
e adesso si attaccherà al cammino di Santiago per sparagnare su
alloggi & C, voleva fare la costa, ma visto il vento fetente (
quindi non era una mia impressione!) ha cambiato programma e farà
quello più interno. Sbarchiamo, ci salutiamo e mi da da pensare .
Se domani ci sarà ancora questo vento mi sa che lo seguirò, così
sfrutterò un poco il supporto logistico del camino anche senza avere
credenziale . Che ci stanno pure i privati e dove ci sta business si
mangia e si dorme nomo ?
Seconda stella a destra pfui, DIRITTI SI VA!
Ci salutiamo , lui
va a sinistra ed io a destra per una ciclabile. Che dopo poco finisce
e non si capisce dove riparta. Proseguo per la strada direzione
Cascais, ma è anche direzione Estoril e tutti sembrano eccitati per
l’autodromo e vanno via come i caccia. Quindi marciapiedi, poi
ricomincia la ciclabile, poi si interrompe. Poi prendo lungo il mare,
balla bella finché ci sta ed è pieno di locali.
E tanta gente che
corre, tanta che passeggia, colonne di turisti che si va verso Plaza
del Comercio e alla torre di Belem. E li il disastro che mi tocca
scendere dalla bici e fare un 4 km camminando.
Bello il monumento
ai navigatori e bella la torre, ma via dal casino.
E ricomincia il giro
di ciclabile, sarebbe proibito ai ciclisti ma si passa lo stesso,
scendi dalla bici. Insieme a me partecipa un asiatico con bici
pieghevole; qualche volta è avanti lui e lo sfrutto, qualche volta
sono avanti io e mi sfrutta. Dopo poco cominciamo ad aspettarci e a
darci indicazioni. E’ vietnamita ed è agli ultimi 2 gg in
Portogallo, poi partirà per Macao ( che già a sentire il nome mi
vien voglia di rileggere Salgari) , mi chiede se sono mai stato in
Thailandia in bici che è una figata.
Ci spiego che a me
il caldo umido mi fa lo stesso effetto del cianuro, ma lui dice che
in tante zon si sta belli freschi. Boh, indagheremo.
E ricomincia il
vento che a Lisbona era solo brezza , poi lui devia verso l’interno
ed io continuo a fare zigo zago finché non trovo più nulla e sfido
le macchine per la strada . Miiiii, che palle!
Cascais la conoscevo
solo per le vicende di casa Savoia, per un attimo ho anche pensato di
cercare la villa dell’esilio , ma poi anche no e fanculo ai Savoia
da Vittorio Emanuele II in poi .
E sempre ventaccio
malefico e alora va bene, hai vinto, stasera si punta ad un campeggio
e domani non si torna indietro che non è da vero uomo, ma si fa una
virgola per andare verso le dolci valli, che qui oltre ad esserci
vento ci son temibili su e giù anche per arrivare al campeggio.
Al campeggio
finalmente riesco a piantare i picchetti in modo decente solo perché
è tutta sabbia non compressa, nostalgia per i morbidi, soffici,
umidi verdi prati di Islanda.
km 70 h 600m
Dio mio come ti invidio! Grazie per aver condiviso questo tuo meraviglioso viaggio
RispondiEliminaA.