Manca meno di 1 mese
e son sulla via del ritorno; mancano ancora dei puntini da unire, per
tanti altri me la sono messa via e sarà prossima volta. Niente costa
ovest della Francia, niente Normandia , niente terre di Fiandra e
niente discesa dal Reno; si fa qualche pezzo della costa nord della
Spagna, si rientra in Francia e poi vedo che fare, dove e come
attraversare le Alpi.
Al 18.08 i km sono
circa 5700, dislivello non so che dovrò fare i conti, mai fatti
tanti così di seguito. E ne mancano almeno 1500 a naso.
Se il vento
continuerà ad essere contrario, nord della Spagna si farà in treno
tranne qualche pezzetto, Francia ed Italia vedrò strada facendo che
non mi corre dietro nessuno, ma verso il 10 settembre vorrei essere a
casuccia a far pulizie, veder se le patate sono pronte, star 2 giorni
con le chiappe a mollo per ammollire i calli e poi ricominciare
scuola.
16.08 Pontevedra
Partenza tardissimo
causa nebbia; ok l’ho vista, ho capito di cosa si parlava nei
romanzi. Mo basta però! >E pure freddino, almeno ai piedi e un
umido ( giustamente) de paura. Ignaro pensavo che almeno non ci stava
vento, ma poi è arrivato puntualissimo. Passo da Vigo e mangio
qualcosa che salite e vento contrario mi sfibrano proprio, la baia di
Vigo se bela, e intorno è tutto verde di alberi ed erba. O la nebbia
le innaffia quotidianamente, o è zona di pioggia. Io vorrei sbrigami
anche , ma è tutto un saliscendi ed il vento è sempre contrario .
Poi in una discesa
dove almeno non dovevo pedalare duro, dolore assurdo al ginocchio
sinistro, all’interno. Una fiamma. Un’apina ha scambiato il mio
interno ginocchio per un pericolo . Malon anche se son riuscito a
toglier e il pungiglione, il ginocchio è gonfio e mi fa male a
pedalare. Campeggi vicini niet, allora punto a pensione supposta
economica, supposta che non hanno più singole ma solo matrimoniali e
con bagno . E mi va anche bene, che è festa in città e passo la
serata a sentir concerti nelle varie piazze. Nel gran casino mi vien
voglia di pasta che sogno da qualche notte infilandola in sogni
strambi; non cedo che non ci credo che la sappiano fare bene, però
cedo ad una pizza argentina. Come temevo, lievitata alla bruttodio e
quindi notte di sete inestinguibile a spezzare le catene dei
carboidrati...
km 50 h 580 m
17.08 Santiago de
Compostela
Eccomi qui, puro
come un giglio, tutti i miei peccati son stati mondati, è stata dura
ma adesso si ricomincia a peccare SOLO per cose serie e non per cose
veniali. Adesso che son diventato grande so per cosa peccare e per
cosa val la pena dire solo “peccato”.
Pochi km ma sudati
anche questi da continui su e giù e dal solito vento fetecchione. Mi
sarebbe piaciuto andare più in la, ma per il prossimo campeggio
avrei dovuto pedalare parecchio, per trovare posti alternativi avrei
avuto la spietata concorrenza di tutti o quasi i pellegrinos che
convergono a Santiago. E allora bene così e il resto si farà.
Paese che traversi, simbolo di frasca che trovi
Ben pò, il paese dell'asado se nella rotonda mettono sta opera d'arte maiala. Però è troppo presto ...
Pedalo sempre in
mezzo al verde, la Spagna gialla e desertica del sud qui non sanno
nemmeno cosa è; fa fresco, parto sotto i 20 gradi e con il vento si
sente anche qualcosa in meno .
Man mano che ci si
avvicina a Santiago compaiono indicazioni su indicazioni, è tutto un
saliscendi, almeno sempre in mezzo a boschi o pratoni con anche
mucche e vitelli .
Arrivato a Santiago
è un tripudio di gente in bici con borse e gente a piedi con zaino o
senza. Tanti mi sa che lo fanno con pulmino al seguito con bagagli &
C. Appena ci sta un pratino ci si vede gente svaccata e sfinita
liqufatta sopra lo ìzaino magnum. E’ una sfilata di ginocchiere,
tutori, bendaggi, tanti caminano in ciabatte o crocs pieni di compeed
e cerotti. Non mi sembrano particolarmente felici, spossati e con
l’aria di “fatta” si però.
E ci sta anche una
marea di turisti; faccio fatica ad andare non davanti ma di lato per
fare la foto di rito, non faccio nemmeno la fatica di chiedere una
foto o montare il treppiede che tutto sto casino non lo sopporto e
dopo la meritata cervesina di fine giornata me ne vo ad affrontare le
ultime salite ( feroci) per il campeggio e cerco di non dire troppe
parolacce mentali che almeno 24 ore sta verginità dal peccato me la
vorrei tenere.
Dopo lavaggi e
montaggi passo al bar/restaurante che ha prezzi assurdi. E allora
opto per bottigliona di birra e cena autogestita ; si chiacchiera con
una coppia di sud coreani che ( lui a ire il vero) han visto la bici
stracarica e mi han chiesto da dove vengo etc etc . Loro son in
Spagna per 3 settimane e la girano in macchina che vorrebbero vedere
il più possibile, ma lui è cicloviaggiatore, lei un poco meno e
allora alternano le vacanze.
Mi parla benissimo
della Corea per giri in bici, ha ciclabili belle lunghe e si trova da
dormire e mangiare a prezzi buoni. Non è la prima volta che me ne
parlano, la prima da parte di un coreano in diretta. Boh, che andar
fin la e poi non andare in Giappone mi sembrerebbe peccato.
Intanto ci si dorme
su e finiamo sto viaggio va.
Burlonissimi!
km 62 h 1230 m
18.08 Meson
Veeeento tanto vento
blu, le cose, sui muovonooo.
Continua sempre il
su e giù, e continua anche il vento contrario. Son partito tardi ,
che freddo e vento e un umido pazzesco mi han fatto aspettare prima
di partire. Oggi non dovrei nemmeno far troppi km , che alla costa
non ci arriverò in botta unica e allora posso pure prenderla con
calma.
Calma relativa che
il vento mi sta proprio sfinendo; mettici insieme i su e giù che non
ti fanno prendere un ritmo decente. Ma almeno fino al pomeriggio non
posso tirar croste che almeno 24 ore …
IL paesaggio è
sempre quello, bello per carità, ma come in Bretagna mi sta venendo
a noia.
Non avevo
programmato, puntavo solo al campeggio, ma sono in piena dirittira di
arrivo del camino; si susseguono nomi tipo “ le porte di Santiago”,
“ultima tappa prima di Santiago” e ci stanno un sacco di osteli e
alberghi vari. Più di qualcuno anche chiuso a dire il vero, però
han messo su proprio un bel business.
Incrocio anche un
sacco di ciclisti in direzione opposta e tutti salutano con “buen
camino” anche se me starei andando, oltre a non averlo fatto… ma
va bene uguale, il belo del saluto tra kompagni di bici con borse è
sempre bello.
Campeggio, solite
cose e stavolta una coppia di pensionati spagnoli mi prende in
simatia e passiamo una oretta piacevole a parlare dei viaggi.
Stranamente conoscono Udine non per il calcio ed anche Trieste. Ci
erano stati più di 30 anni fa in tenda e non erano andati nella
allora Yugoslavia che glielo avevano sconsigliato; gli ho raccontato
qualcosa di come è oggi, senza Tito e divisa in vari stati.
Il tutto loro in
spagnoitaliano , io in italospagnolo; sembravamo gli allievi
prediletti di Dari Fo.
Non ho voglia di
andare in cerca di cibo e la cena è autogestita e con su la giacca
che fa nucazz’efridd e umido de paura. Prima delle 21 in tenda a
cercar calore nelle piume e cercare info sui treni, che quando arrivo
sulla costa, oltre ad una cena di pesce mi sa che punterò anche ad
una serie di treni che di vento contrario basta e avanza. E’ dal
Portogallo che ci combatto, mo basta e avanza.
L'incubo del cicloviaggiatore, così all'infinito
km 76 h 1230 m
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