mercoledì 10 giugno 2015

Agios Nikolaos – Atoliko

Oggi una signor tappa, le gambe girano e qualcosa di panza è calato ( non troppo...).
Sveglia non troppo presto che ieri sera mi son messo sulle mappe fino a tardi; anche per digerire agnello & tzatziki della taverna dove mi sono imbucato.
La signora mi ha offerto un caffè greco ed un pezo di pane fatto da lei; fuori con il sesamo, dentro un nonnulla di anice, ancora tiepido di forno. Ho circumnavigato una laguna, quella che comunica con il mare tramite il canale di Cleopatra; campagna con anche aranceti, i soliti greggi di capre e pecore. Ho aggirato anche le montagne che ieri tardo pomeriggio mi ero messo ad affrontare : non ce l'avrei mai fatta a finirle ad ore decenti, fatto benissimo a tornare indietro.

Qualche salita secca, seguita però da discese dolci e luuunghe, beissimo. Poi finita la lagun e passate le colline, il mare. Ci stavano gruppi di persone che pescavano da riva con artificiale e un rocchettone di filo; così a naso o folpi o calamari o non so che altro vista l'esca grossa come un pugno e con punte d'amo che spuntavano a raggiera.
E il mare è qui accanto, mi son fermato a fare qualche foto ed un pediluvietto ci è scappato; niente bagno che sapevo di avere un bel po' di strada e di salite. Bella gelata comunque.


Uno dei giri che avevo provato ad bbozzare passava dall'isola che si intravede tra mare e cielo : Itaca.
L'ho vista ma non ci sono arrivato e mi piace anche così, non bisogna affrettare il viaggio etc etc . E bisogna sempre lasciare qualcosa come scusa per ritornare un giorno.



Sempre pedalando sul mare o poco sopra, sono arrivato a Mutikas ( o Mitikas) dove dovevo arrivare ieri ... dopo quasi 3 ore di pedalata...
E finalmente basta allevamenti di pecore, pesce!

Le vasche sono protette da reti e si vedevano stormi di uccelli a mo di Silvestri che provavano a vedere se per caso metti mai un maglia si fosse allargata negli ultimi 20 secondi...



E che figata il golfo con l'isola di fonte vista dall'alto. Si perchè nel frattempo ho dovuto lasciare la costa e andare verso l'interno e le montagne. Caldo giaguaro ma per fortuna il pezzo iniziale in mezzo agli olivi dove , a tratti brevi brevi, si stava freschi. Ed ho aprofittato per un paio di soste di acclimatamento visto che oramai era mezzogiorno passato da un pò.

Salita dura a tratti; da livello mare a 450 metri, che di per loro non sarebero poi molti. Ma caldo, tratti al 14%, assenza di ombra dopo i primi 100 metri di dislivello mi hanno cotto lentamente.


E quando succede così, non so perchè ma trovo interessantissime un sacco di cose che mi rendomo moralmente obbligatorio fermarmi a fare foto; ad esempio questo giaccone invernale messo li, a guisa di spaventa passeri, ma senza passeri da spaventare, nè messi da proteggere. O l'han messo per indicare un punto di acceso particolare o forse ... ?boh
 


Non sono iconoclasta, ma un bel autoscatto al nasone che comincia ad arrossarsi  così faccio anche vedere la salita e l'ombra assente ?
Ecoio.








Con tutto sommato poche soste ( non ci stava ombra) sono arrivato in cima alla sella dove sta un ameno paesello con tanto di bar e supermercato; non lo sapevo prima, lo ho solo suposto vedendo la grandezza in carta, ma almeno acqua sapevo che l'avrei trovata.
Mi fermo nel primo baretto che trovo, entro e chiedo in inglese fantozziano causa linguia impastata LIMONADA-FANTA-COCA- BIG -VERYBIG- PLIS guardandolo con i miei migliori occhi da cerbiattone. E lui in ignlese inappuntabile mi dice che non ne ha  e che mi conviene andare al supermercato. IO un po' allibito gli richiedo qualcosa da bere e lui mi dice che mi conviene andare al supermercato. Mogio mogio esco e vado avanti e lo trovo chiuso; ritorno e cidico che è chiuso; e lui mi chiede "but mini market o big market?" .
In effetti quello chiuso era un 100 metri ( salita) più avanti ed aveva scritto mini-market, glielo dico e lui insiste che 10 metri dopo la scuola , si va su un erta salita e LI si trova il market vero.
Io sempre più basito gli dico che ci andrò dopo a vedere, ma se ha un acoca, una fanta, una limonata, un portukalo juice e acqua.
E miracolo, mi tira fuori un alattina di coca, la bottiglietta da 33 di suco d'arancio e l'acqua.
Ma lo pozzino cecallo che mi stavo sudando anche la cresima .
Preso il malloppo mi son seduto sotto il pergolo a bere e a far 2 chiacchiere  in greco-inglese con un paesano ( io non so il greco...) . Insomma ha lavorato per 20 anni sui ferry grecia - italia e quindi conosceva benissimo Trieste ( oltre a Udine : aaah ,Udinese! un gran classico) .
Dopo aver reintegrato la forma delle gobbe, esco dal paese e tra su e giù finalmente comincia il gran giù.


E dopo i pesci, si vede veramente che sono passato in una altra parte di Grezia : un purcittone meravigliosamente rosa e infangato come da manuale.










E poi dall'alto, la pianura e colline basse basse basse : sento nuofa linfa fitalen rifluire in me.

Anche perchè fa veramente caldo e , a parte in sella, non ci sta un filo d'aria.






Queste invece quelle che ho passato viste un po' da lontano, ma danno l'idea lo stesso




Dopo 250 metri di dislivello, ecco comparire il campo di calcio più arido che abbia mai visto. Nemmeno quello degli oratori dove andavo da bambino, ma li non era problema di erba, erano troppi unni che ci sgambettavano.
Questo mi ha fatto proprio impressione, fosse stato in cemento sarebbe stato più "morbido".





Dopo un altro bel pò di chilometri mi son fermato a bermi un caffè in un altro paesetto; mi dispiace non aver fatto foto, ma mi fa sempre specie fare il pseudo antropologo guardone e quindi quasi solo panorami.
Comunque, in centro paese vedo l'alberone con intorno cerchio di pietra e quasi pensavo di fermarmi li; ma poi un caffè frappè con un poco di zucchero che male potrebbe farmi ?
E allora sono andato nel bar/circolo di fronte : un assemblea di personaggi e di fenomeni  da paese.
Il barman con solo i denti ai lati mi chiedeva qualcosa anche in quasi inglese, ma giuro che non lo capivo; i clienti che sganasciavano, mi chiedevano "were are you from?" ed io a rispondere Italy almeno 10 volte. Columnque vabbuo', ordino sto caffè frappè e me lo fa con tutti i crismi , poco zuccherato, con la bottiglietta d'acqua gelata di accompagnamento.
Poi cominciano a coionare uno pelato dicendogli "italiano italiano". E capisco un vago e velato accenno alla mia pettinatura...
E insomma avanti così per tutto il caffè frappè che poi il parom mi ricarica; e mi ricarica anch ela bottiglietta di acqua fredda e mi offre una sigaretta. E tutti che mi parlano in greco chiedendomi non so cosa.... Poi Uno si ricorda qualcosa in inglese e mi chiede da dove vengo oggi; e ci dico Lefkada ( non venivo da li, ma il paesetto dove ho dormito è un Castagnevizza greco) .
E più o meno in coro scuotendo la testa  LEFKADA! ossignobeataverginemariassuntaincielo
Poi mi chiedono se dormirò li visto che sono le 15 passate e ci dico nono, voglio arrivare a Messolonghi...
Un apoteosi .
Tutti a parlare e gesticolare per darmi del matto, per dimmi che mancavano 50 km, che ci volevano almeno 3 ore in macchina, che sarei arrivato di notte, i lupi, le cavallette!

Alla fine pago ( 1.50 !) e esco tra i saluti di tutti; fuori su 3 tavolini ci son un 5 persone e una volta uscito cominciano loro. Poi monto in bicicletta e uno si acorge del Garmin e ulula "GPS!" e viene li a darmi indicazioni su cosa conveniva prendere come strade. Gli ho fatto vedere il percorso che avevo scelto e non sembrva convinto, co,unque alla fine ho detto si si va bene altrimenti ero ancora li. Una vera esperienza di grecità!




E dopo tutta la giornata di sole, nubi nere all'orizzonte ed ogni tanto qualche goccia d'acqua. Visto che la perturbazione fa la mia stessa strada , adotto la tecnica che appena sento qualche goccia mi fermo per un 5-10 minuti e poi riparto. Messo le protezioni alle borse che non si sa mai, ma alla fine solo qualche goccia e niente più, nemmeno messo giaccavento.



A Messolonghi alla fine non ci sono arrivato;  avevo letto sulla guida che è una città abbastanza piatta, senza nulla di che a parte l'essere famosa perchè ci è morto Byron durante la guerra di indipendenza greca. E con pochi e cari alberghi e pare anche senza  nessuna domatia . A 10 km da li, passando uno dei 2 ponti che uniscono questa isoletta di laguna alla terraferma ho visto un alberghetto, mi fermo, chiedo il prezzo, se hanno ricovero per bici e poi anche wifi e rispetta le 3 condizioni basilari.
Domani mattina andro' a Messolonghi e mi sa che prenderò ( se ci sta ancora) un pulman per Patrasso, così mi sparagno una 50ina di km senza storia e punto direttamente ad Olimpia.



Dall'uscita della laguna si intravedono i rilievi del Peloponneso.




Un pope che pesca!!









km dislivello tempo media
112 995 06.43.00 16,7

2 commenti:

  1. Interessanti gli scambi con gli indigeni. Penso che la Grecia cominci a piacerti. I luoghi non sono certo da turismo di massa. Attento ai lupi e alle cavallette!!!
    Vincenzo

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  2. Ma poi le cavallette c'erano?
    Forza Carlo.....mi son commossa davanti alla foto "lontanosa" di Itaca. Grasssie.
    Baci. Mary

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